Sembra fantascienza, ed invece per quanti hanno subito una menomazione più o meno invalidante dal punto di vista motorio, arriva una nuova speranza: quella di controllare una protesi con la forza del pensiero.
Ad affermarlo è il neurobiologo Andrew Schwartz, dell’Università di Pittsburgh (USA) che ha partecipato al simposio annuale della Fondazione Ri.Med tenuta nei giorni scorsi a Roma, nel quale ha presentato i risultati di uno studio effettuato su una donna tetraplegica, nel cui cervello erano stati impiantati due chip in grado di percepire i segnali provenienti dai suoi neuroni e tradurli in azioni da impartire ad un braccio robotico.
Il neurobiologo ha tenuto a precisare che si tratta di un un primo passo e che c’è ancora molto lavoro da effettuare come, ad esempio, quello di rendere il sistema wireless così da evitare al paziente fastidiosi elettrodi circondare il cranio. Ma lo scienziato conta anche di ripristinare, attraverso questo sistema, la sensazione del tatto. “Credo che – sottolinea fiducioso Schwartz – entro cinque anni, anche grazie alle innovazioni tecnologiche che continuano ad arrivare, saremo in grado di far arrivare questa tecnologia ai pazienti. La cosa più semplice da realizzare sarà un braccio meccanico da applicare alla sedia a rotelle, ma stiamo lavorando anche a ‘risvegliare’ gli arti dello stesso paziente, anche se questo richiederà molto più tempo“.
Il successo di questa innovazione è legato ai continui progressi fatti nello studio dei neuroni e dei loro meccanismi funzionali. “Fino a poco tempo fa – nota Schwartz – si pensava che ogni area del cervello fosse deputata a una singola funzione ma ora sappiamo che non è così, e ogni gesto coinvolge miliardi di neuroni lungo tutto l’organo. Riuscire a capire esattamente questa attività è la base per aumentare il numero di gesti che la persona con la protesi può fare“.
In conclusione, chi è tetraplegico o è stato colpito da ictus o altro male invalidante, dovrà aspettare ancora un po’ per recuperare parte della mobilità perduta ma la strada intrapresa promette davvero cose eccezionali degne di un film di fantascienza targato J.J. Abrams.