Il cadavere ritrovato ieri in un fossato, tra il fiume Tanaro e la ferrovia, nelle campagne astigiane, durante i lavori di ripulitura di un canale di scolo appartenente ad un agricoltore della zona, è di Elena Ceste? È ancora presto per dirlo, e gli inquirenti hanno scelto di mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda. Il corpo, rinvenuto ieri mattina intorno alle 10,30, era in stato di putrefazione e per questo di difficile identificazione.
Impossibile non rivolgere il pensiero alla casalinga 37enne scomparsa nove mesi fa a soli 2 km dal macabro ritrovamento. I dubbi al momento rimangono tantissimi, e gli investigatori non hanno ancora potuto appurare se il cadavere sia di un uomo o di una donna. C’è un elemento che tuttavia allontana il sospetto che quel corpo sia di Elena Ceste: la sua altezza. Dalle prime ricognizioni, infatti, pare non corrispondere a quella della donna scomparsa lo scorso 24 gennaio. Sono solo ipotesi che ancora attendono di essere suffragate da esami scientifici, ma da una prima analisi le ossa del cadavere rinvenuto sembrerebbero troppo lunghe per essere quelle di Elena. Ecco perché il medico legale ha scelto di non sciogliere la riserva sul sesso.
In questa fase dell’indagine ogni ipotesi rimane aperta. Si attendono i risultati dell’autopsia e dell’analisi del Dna, grazie ai quali sarà possibile avere un quadro più chiaro della situazione. Accanto al cadavere, emerso casualmente e danneggiato dalla ruspa durante i lavori di ripulitura del fossato, nessun oggetto che possa aiutare i carabinieri del Ris nella identificazione. Esiste tuttavia la possibilità che esso appartenga all’imprenditore agricolo di 49 anni scomparso qualche mese fa, proprio a un chilometro di distanza dal canale di scolo che ieri ha restituito il corpo. Viene da domandarsi come sia stato possibile che in tutti questi mesi nessuno abbia notato niente, visto che le squadre in cerca di Elena Ceste passarono più volte in quella zona, scoperta e a pochi passi dalla statale.