Si fa attendere la decisione del Riesame di Torino in merito alla richiesta di scarcerazione di Michele Buoninconti. I giudici sono chiamati ad esprimersi su una questione spinosa e complicata: esiste o no il pericolo di reiterazione del reato da parte del vigile del fuoco? Certo è che le nuove intercettazioni emerse non ne migliorano la posizione. “Con mamma avete tirato troppo la corda e si è spezzata, cercate di non tirarla troppo anche a me” – diceva mesi fa il marito di Elena Ceste ai suoi figli – “la mamma non ha ascoltato il padre, quando fate la fine di mamma vi renderete conto…”.
A Mattino 5, poco fa, ha parlato una donna che con la sua testimonianza – citata nell’ordinanza di arresto di Buoninconti – contribuisce a delineare il profilo psicologico dell’uomo, in queste ore oggetto di analisi dei giudici del Riesame. La donna racconta di avere conosciuto Michele nell’estate del 2013, allorquando insieme alla squadra dei vigili del fuoco si recò in casa sua per un intervento.
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L’uomo, già prima della scomparsa di Elena, con modi insistenti chiese alla madre della giovane donna di poter avere il numero di cellulare di sua figlia. Dopo più di un tentativo riuscì a procurarselo e a mettersi in contatto con lei. La donna ha quindi intrapreso dei contatti via sms con Michele, arrivando addirittura ad incontrarlo, una sola volta, davanti alla caserma dei Vigili del fuoco. Ed oggi, scegliendo di rimanere anonima, quella giovane donna ha parlato con l’inviata di Federica Paniccuci, dicendo di Michele: “Quando lo riconobbi negò di essere il marito di Elena. Si faceva chiamare Michael e mi dava l’impressione di essere un ‘padrone’, uno che vuole possedere la donna che ha accanto”. “Voleva una relazione sentimentale”, ha poi dichiarato alla giornalista di Mediaset.