Duro colpo ieri per Michele Buoninconti. Il vigile del fuoco 45enne, che sta scontando una condanna in primo grado a 30 anni di carcere perché riconosciuto colpevole dell’omicidio della moglie Elena Ceste, ha mandato una lettera ai figli per esprimere il suo desiderio di incontrarli.
“State tranquilli, ragazzi, passeremo l’estate insieme, vedrete”, avrebbe scritto l’uomo per rincuorarli, convinto di poter presto ottenere la scarcerazione. Ma la realtà dei fatti è molto diversa da come Michele Buoninconti se la immagina dentro la sua cella. Proprio ieri, infatti, presso la Corte d’Appello di Torino Sezione Minori, si è tenuta un’audizione protetta tra il giudice e la figlia minorenne del detenuto, assistita da uno psicologo.
Armato di tatto e cautela, il giudice ha interloquito con la ragazzina per capire cosa lei e i suoi 3 fratelli provino nei confronti del padre. “Non so se ce la faccio a rivedere papà”, avrebbe detto la giovane. Il fratellino, presente all’incontro, avrebbe invece taciuto, rimanendo impassibile e indifferente alla situazione. Entrambi avrebbero comunque espresso la loro volontà che le cose rimangano come sono adesso, ovvero di poter continuare a vivere nella casa dei nonni materni, ai quali i ragazzini sono stati affidati temporaneamente.
Spetterà ora ai giudici di Torino pronunciarsi definitivamente sulla decadenza della potestà genitoriale del vigile del fuoco accusato di uxoricidio. L’udienza è fissata per il prossimo 25 maggio.