Nemmeno Don Roberto Zappino, come del resto la procura di Asti, crede all’ipotesi che Elena Ceste si sia suicidata, gettandosi nel canale di scolo della piana del Tanaro, in località Chiappa, dopo essersi denudata in una fredda mattina di fine gennaio. Il sacerdote di Costigliole D’Asti ha rivelato le sue perplessità in merito ai microfoni di Quarto Grado; proprio lui, che raccolse in confessione le ultime confidenze della mamma di 4 figli, scomparsa il 24 gennaio 2014 e ritrovata cadavere sabato scorso, 18 ottobre.
Domattina sarà eseguita l’autopsia sul corpo, nell’obitorio di Alba, e gli inquirenti al momento stanno concentrando le loro ricerche sulle condizioni del cadavere e sul luogo del suo ritrovamento. Si tratta di una zona impervia, un rivolo d’acqua totalmente ricoperto da canneti e arbusti, che per 9 mesi molto probabilmente ha custodito il cadavere di Elena. Questa è ovviamente un’ipotesi investigativa che al momento può nutrirsi solo ed esclusivamente di congetture, in attesa di dati scientifici inconfutabili.
Questa mattina alle 7.45 la Procura ha notificato un avviso di garanzia a Michele Buoninconti, sospettato dell’omicidio di sua moglie e di averne in secondo momento occultato il cadavere. Si tratta di un atto dovuto in seno alle indagini, e l’uomo al momento gode dell’appoggio morale della famiglia Ceste, che si dice convinta della sua innocenza “fino a prova contraria”. Gli inquirenti ipotizzano che Michele abbia ucciso Elena a seguito di una lite, dopo le 8.43, al rientro da scuola dove aveva appena accompagnato i suoi figli. Elena, dice Michele, viveva un periodo di crisi e la sera prima di sparire aveva litigato con lui, geloso ed insospettito da alcuni sms che la donna ricevette da due uomini, vecchi compagni di scuola, con cui aveva di recente riallacciato i rapporti via Facebook.