È in corso in queste ore presso l’ospedale di Alba (Cuneo) l’autopsia su quel che rimane del corpo di Elena Ceste, proprio oggi, 25 ottobre, giorno del suo 38° compleanno. La procura di Asti spera di ottenere qualche informazione in più utile alle indagini, che chiarisca anzitutto l’interrogativo più grande in merito alla morte della giovane mamma di Costigliole D’Asti: si è volutamente tolta la vita o qualcuno l’ha uccisa? Per ora si brancola nel buio e si fanno ipotesi. L’opinione pubblica è molto scossa da questa vicenda, e segue con il fiato sospeso gli aggiornamenti quotidiani diffusi dai media in merito alle indagini sul caso di questa madre di 4 figli che, stando a ciò che racconta suo marito, Michele Buoninconti, se n’è andata di casa la mattina del 24 gennaio scorso, nuda, senza nemmeno indossare gli occhiali da vista.
Ci si domanda, inoltre, come sia stato possibile che nessuno abbia mai notato quel corpo adagiato nel canale di scolo delle campagne astigiane, a poco più di un chilometro da casa di Elena. Eppure le squadre di ricerca hanno battuto più volte la zona, subito dopo la sua scomparsa e in primavera, sorvolando la piana del Tanaro, in località Chiappa, senza mai notare il corpo trovato casualmente solo sabato scorso, risultato poi essere di Elena. Il cadavere è sempre stato lì? O qualcuno lo ha occultato tra le fronde? È ancora tutto da stabilire, certo, ma intanto la gente che ascolta i telegiornali e segue la vicenda si fa un’idea della situazione. Esprime commenti, rabbia, senso di impotenza e dispiacere per la triste fine di questa giovane donna.
In merito alle modalità con cui sono state effettuate le ricerche, sono tanti i commenti degli utenti in rete che esprimono perplessità. In discussione la reale efficacia del fiuto dei cani molecolari : “Quanto tempo dopo la scomparsa è entrato in azione? Dove ha portato gli inquirenti? Non è che li portano sul luogo tanto per fare un po’ di scena, ma in effetti sono di scarsa utilità pratica?”, scrive uno; “Come si può fare, ritrovare un cadavere dopo nove mesi, per di più a circa un km dove abitava la povera Elena Ceste, è inaudito”, denuncia un altro. È una storia che addolora, quella di Elena Ceste, e rende tutti partecipi del dolore dei suoi figli e della sua famiglia.