Quali sono, secondo gli inquirenti, che hanno incastrato Michele Buoninconti portandolo a finire dietro le sbarre per l’omicidio della moglie, Elena Ceste, la mamma di Costigliole D’Asti? Nelle ultime notizie riguardanti il caso, durante la diretta di Chi l’ha visto?, la trasmissione di Rai 3 condotta da Federica Sciarelli, è stato annunciato che il vigile del fuoco è stato, per ora, incastrato da una combinazione di tre elementi: i tabulati telefonici, le riprese delle telecamere e le dichiarazioni di alcuni testimoni.
Girola, l’avvocato d’ufficio di Buoninconti, ha subito sottolineato che l’uomo, accusato dai magistrati di aver ucciso Elena Ceste, non avrebbe potuto compiere tutte quelle azioni che dicono abbia compiuto in tempi così stretti. L’avvocato ha poi chiesto di effettuare in Rio Mersa un accertamento irripetibile, un incidente probatorio atto a verificare se il corpo della giovane mamma sarebbe potuto essere stato visto dalle persone che hanno effettuato le ricerche. Nonostante il parere contrario dei legali della famiglia Ceste, che ritenevano questo esperimento irripetibile inutile, anche perché il posto del ritrovamento del corpo dal 24 gennaio 2014 è notevolmente cambiato ed ora non presenta le stesse condizioni di un anno fa, è stato autorizzato dal magistrato ed effettuato, almeno in parte, lo scorso 5 febbraio 2015 con un manichino, fino, a quando, almeno, non ha iniziato a nevicare con grande intensità.
Nel proseguo delle indagini, infine, gli inquirenti hanno rinvenuto alcune lettere che Michele Buoninconti avrebbe scritto ad Elena lo scorso aprile, proprio quando, mentre di Elena non si sapeva ancora nulla, si era trovato una possibile amante e subito dopo aveva conosciuto la fantomatica Teresa. Secondo gli inquirenti Michele Buoninconti avrebbe postdatato le lettere sentendo il fiato sul collo e cercando di apparire come un marito disperato per la mancanza della moglie.