Elezioni 2018, non solo politiche per scegliere il prossimo esecutivo al Governo: il 4 marzo (seggi aperti solo la domenica, dalle 7 alle 23) si voterà anche per il rinnovo dei consigli regionali di Lazio e Lombardia. A decidere l’election day nelle due regioni sono stati il prefetto di Milano e il governatore del Lazio Zingaretti. Le altre regioni che devono votare nel 2018 (Molise, Friuli, Trentino, Valle d’Aosta, Basilicata) lo faranno più avanti.
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Grazie davvero a @BrunoTabacci
per la sua offerta. Così riconquistiamo parità di accesso alle elezioni e uno spazio di libertà ed è un passo importante per la democrazia. Ve ne siamo davvero grati. Noi con @Piu_Europa unica vera novità politica di questo passaggio elettorale. pic.twitter.com/YyDpEipwDj— Emma Bonino (@emmabonino) 4 gennaio 2018
Elezioni Regionali Lombardia 2018 data: il quadro
In Lombardia, dove si andrà al voto dunque domenica 4 marzo 2018, la corsa per ora è a tre. Per il centrodestra il leghista Roberto Maroni, che è al termine del suo primo mandato ma ancora non ha ufficializzato la sua ricandidatura. Per il centrosinistra, ma senza il sostegno di Liberi e Uguali, il sindaco di Bergamo e amico di Renzi Giorgio Gori. Per il Movimento 5 Stelle, il trentaduenne Dario Violi, consigliere regionale uscente. In Lombardia la decisione di votare insieme alle politiche vede tutti d’accordo.
Il sindaco di Bergamo, Gori, dice di non essere “spaventato” dal maggior numero di votanti mentre Violi sostiene che i cinque stelle sono sempre stati favorevoli “a non allungare il brodo della legislatura Maroni”. Intanto, scende in campo anche Matteo Salvini che dà la carica a Maroni e prevede che il 4 marzo sarà “un giorno di liberazione nazionale”.
Elezioni Regionali Lombardia 2018 partiti: cosa cambia?
Intanto, in Lombardia per le Regionali 2018 c’è un grande cambiamento di sigle: ad esempio “Patto Civico” che aveva sostenuto la candidatura a governatore di Umberto Ambrosoli ha chiesto la denominazione “Gori presidente” e gli Ncd sono diventati “Noi con l’Italia”. Sigle nuove che grazie al fatto di risultare presenti nell’attuale consiglio regionale – anche per una manciata di giorni – non saranno costrette a raccogliere le firme per le candidature. Il caso è stato sollevato dai cinque stelle, che l’hanno ribattezzato “operazione Frankenstein”.
Ho firmato il decreto per l’indizione dell’elezione del presidente della Regione Lazio e del Consiglio regionale del Lazio. Votiamo insieme alle elezioni politiche il prossimo 4 marzo 2018 https://t.co/Sn161WVPlC pic.twitter.com/gFgmpuffpB
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) 5 gennaio 2018
Elezioni Regionali Lazio 2018 data e candidati
A Roma, dove si andrà al voto sempre domenica 4 marzo 2018, all’appello delle candidature manca ancora quella del centrodestra. Se il Pd si affiderà al governatore uscente Nicola Zingaretti e i cinque stelle hanno prescelto con un voto online la deputata Roberta Lombardi, il centrodestra è ancora in alto mare: in pista c’è il popolare sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che piace a destra ma ha il problema di non essere di Forza Italia.
Il trucco della #Raggi è scoperto. Accettando il giudizio immediato ha fatto in modo che il processo si possa svolgere il 21 giugno,lontano dalla data delle elezioni politiche, evitando una imbarazzante udienza di rinvio a giudizio che avrebbe preceduto le elezioni del 4 marzo.
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) 5 gennaio 2018
E invece Berlusconi vorrebbe che si il candidato governatore fosse uno dei suoi, come Maurizio Gasparri. Nel Lazio le polemiche pre-elettorali riguardano soprattutto Virginia Raggi, che non è candidata, ma dal Campidoglio può giocare un ruolo importante a sostegno dei cinque stelle. La sindaca è nel mirino del Pd per la mossa dei suoi legali, che sono riusciti a far slittare a dopo le elezioni il processo sulla nomina di Renato Marra dove è imputata per falso.