Domenica 25 maggio, giorno delle Elezioni Europee, un 27enne pugliese recatosi nel seggio della scuola media Imbriani di Corato, in provincia di Bari, ha fatto il suo voto di protesta. E che protesta: il giovane ha messo le sue feci dentro le schede elettorali. Quando il presidente del seggio si è accorto dell’accaduto, una delle schede ormai si trovava già dentro l’urna. Dopo aver sequestrato al giovane quella per il voto europeo, ha chiesto l’intervento della Polizia. L’urna “violata” è stata sostituita e l’elettore è stato denunciato per danneggiamento aggravato della cosa pubblica e atti contrari alla pubblica decenza. Un episodio non certo isolato, giacché anche in altre parti d’Italia si sono verificate simili bizzarrie.
Basti citare l’elettore ateo che a Noale (Venezia), nel seggio numero otto della scuola media, ha fatto i capricci e si è rifiutato di votare fino a quando il crocifisso appeso alla parete non fosse stato tolto. La sua assurda pretesa ha richiesto l’intervento del personale del Comune che ha coperto il Cristo in croce con un telo, per poi toglierlo poco dopo in quanto il successivo elettore, cattolico, pretendeva di esprimere il suo voto “sotto gli occhi di Dio”. E che dire allora del disattento elettore che a Foiano della Chiana (Arezzo), sostenendo di avere sbagliato a votare, ha preteso una nuova scheda. L’uomo, quando ha appreso dal presidente di seggio che la sostituzione richiesta non era possibile, è andato su tutte le furie. Solo l’intervento dei Carabinieri ha potuto placare l’animata discussione che è seguita al disguido.
E poiché all’esibizionismo e al cattivo gusto non c’è mai fine, non vanno dimenticati i numerosi elettori – tra cui alcuni pensionati – che non hanno resistito alla forte tentazione del selfie in cabina elettorale, con tanto di preferenza di voto in bella vista. E’ successo a Chieti, in un seggio di Gissi, dove due persone sono state denunciate perché sorprese a fotografare la scheda con il cellulare. Anche a Montesilvano, in provincia di Pescara, il “click” della fotocamera ha tradito un elettore che si faceva l’autoscatto e, puntualmente, è stato richiesto l’intervento della Polizia. Il rischio di multa, a quanto pare, non ha funto da deterrente e la mania di protagonismo ha avuto la meglio su molti elettori. Si tratta, infatti, di un reato di natura penale, punibile con una multa che va da 300 a 1000 euro e con il carcere fino a 6 mesi.