I candidati alle elezioni europee non sembra che stiano facendo grandi investimenti sui social network per le loro campagne elettorali. La loro attenzione verso Twitter o Facebook è minima, lo conferma Vincenzo Costa, social media strategist e responsabile della sede romana di BlogMeter: “effettivamente continuano a dominare i temi della politica nazionale. Difficile individuare discussioni su temi europei o trasversali tra forze politiche affiliate”.
Per rendersi conto di tale affermazione, basta osservare Gov Faces, la piattaforma concepita per far incontrare virtualmente e velocemente cittadini e aspiranti parlamentari europei e per poter porre quesiti ai candidati. I politici che risultano attivi sul sito sono pochissimi. Ciò non dovrebbe sorprendere dato che dei parlamentari uscenti solo 400 su 766 hanno attivato l’account.
Il tema dominante di questa campagna elettorale è l’uscita dall’Euro come soluzione alla crisi economica. I confronti vertono sul senso di queste elezioni europee a scapito di temi come la scuola, l’immigrazione e il commercio che potrebbero, invece rendere interessante la discussione tra i vari stati membri. secondo un’analisi pubblicata dal Think Tank inglese Open Europe fondata sulle proiezioni di Vote Watch Europe, i partiti anti Ue potrebbero ottenere circa il 31% dei voti che di tradurrebbero in 218 seggi su 751 (29%).