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Elezioni Lombardia, Ambrosoli spera nei voti dei meridionali (contro Maroni)

08/02/2013 12:27

Il rischio che la Lombardia, prima regione d’Italia e cuore produttivo del Paese, diventi leghista è concreto. I sondaggi, all’insegna del massimo equilibrio, continuano a far segnare un lieve vantaggio da parte di Roberto Maroni, ex Ministro degli Interni del Governo Berlusconi ed erede designato alla guida della Lega dopo la fine della dinastia Bossi.

Ve la immaginate una regione così importante, considerata la più “europea” d’Italia, guidata dal massimo rappresentante di un partito anti-europeista per eccellenza? La regione con il maggior tasso di immigrazione di meridionali capeggiata da chi, ancora oggi, continua a parlare di secessione? Per non parlare, poi, degli stranieri che da queste parti rappresentano un’essenziale spinta produttiva (sono quasi 1 milione, solo quelli ufficiali), soprattutto in alcune zone come il bergamasco e la provincia di Brescia (senza dimenticare la città di Milano). Sul fronte dell’integrazione, che iniziative potrebbero arrivare chi da sempre è stato ostile nei confronti degli extra-comunitari?

Ambrosoli Presidente

Ed è proprio il voto dei “non-lombardi”, in particolare delle centinaia di migliaia di meridionali che negli anni si sono trasferiti qui per lavorare, a poter in qualche modo ostacolare la corsa di Roberto Maroni. Difficile pensare che chi arrivi dal Sud possa scegliere un leghista della prima ora alla guida della loro “nuova” regione. Ed è proprio a loro che Ambrosoli strizza l’occhiolino.

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