Seppur l’attenzione è tutta sulle elezioni politiche 2018, ci sono da segnalare importanti novità anche per quanto concerne le campagne elettorali che si stanno svolgendo in Lazio e Lombardia. Proprio nella Regione “padana”, nelle ultime ore, ha fatto discutere un post del candidato centrosinistra e sindaco di Bergamo, Gori. Lettere da un medico ai suoi ex pazienti per invitare a votare l’assessore al Welfare uscente Giulio Gallera: a denunciare questo fatto “molto grave” è stato proprio Giorgio Gori, candidato presidente della Lombardia per il centrosinistra, che sul suo profilo Facebook ha postato la lettera, aggiungendo che la signora a cui è stata inviata è morta nel 2011 “del tumore per cui era in cura”.
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Elezioni Regionali Lombardia 2018, Gori: “Siamo tornati a un’altra epoca”
“Curare i malati di tumore e poi usarne gli indirizzi per fare campagna elettorale: pensavo si trattasse di un malcostume appartenente ad un’altra epoca – ha osservato Gori, candidato centrosinistra per le elezioni regionali in Lombardia 2018 -. E invece devo constatare che in questa regione l’ingerenza della politica sulla sanità è ancora all’ordine del giorno”. E ancora, nel suo post su Facebook, il sindaco di Bergamo evidenzia: “Giulio Gallera, assessore alla Sanità di Regione Lombardia, esponente di Forza Italia, che si fa sponsorizzare da un medico che ha scritto – tessendone le lodi – a tutti i pazienti che ha visitato e curato in 22 anni di carriera in una struttura convenzionata con il sistema sanitario regionale. La cosa, di per sé molto grave, è resa ancora più spiacevole da un dettaglio: la destinataria della lettera, una donna, è purtroppo deceduta nel 2011.”
La risposta di Giulio Gallera a Gori: “Tanto rumore per nulla”
L’assessore al Welfare, invece, non capisce il motivo dello scandalo: “Tanto rumore per nulla”, scrive su Facebook. “Io sono orgoglioso che un professionista che non ha mai lavorato per una struttura sanitaria pubblica – continua Gallera – abbia apprezzato il duro e importante lavoro che ho svolto come assessore alla Sanità tanto da decidere, spontaneamente, di sostenere la mia cadnidatura inviando una lettera a persone che ha conociuto nell’ambito della sua professione. Gori, in evidente difficoltà, si è tolto quella maschera, con cui si era presentato, di moderato che mette al centro la serietà del lavoro, arrivando perfino ad attaccare la libertà d’espressione dei liberi professionisti…”