La beffa della monetina? Potrebbe essere un lontano ricordo per l’Italia: Ema potrebbe svolgersi a Milano dopo i problemi di Amsterdam e dell’Olanda. Il Bel Paese ci crede ed è pronto a presentare ricorso. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha reso noto di aver chiamato Gentiloni dopo l’allarme lanciato dal direttore dell’agenzia europea del farmaco, Guido Rasi, sulla sede proposta da Amsterdam, in merito alla possibilità dell’Italia di tornare a chiedere la sede di Ema a Milano. “Ho chiamato Gentiloni – ha detto Sala – e gli ho detto: è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo, e da quello che mi ha detto, e senz’altro sarà così, oggi parte il ricorso.”
Si riapre la questione #Ema a #Milano? pic.twitter.com/NVly1ZsCFo
— alessandra lomonaco (@alelomi) 29 gennaio 2018
Ema a Milano, Sala: “Fiducioso per il ricorso”
“Non penso ci vorranno tempi molto lunghi – ha proseguito il sindaco di Milano -. Siamo sinceri, le possibilità” di una riassegnazione della sede a Milano non sono altissime, ma dobbiamo provarci”. Secondo Sala, se dovessero riassegnare Ema a Milano “lo dovrebbero fare in tempi brevi perché noi dobbiamo preparare il Pirellone. È una questione tecnica. Ma è anche una questione politica, chiamo la politica italiana al massimo impegno per Milano e per il nostro Paese”. “Gentiloni – ha concluso il sindaco – ha capito la situazione che rischia di diventare ridicola. Prima c’è questo sorteggio, poi gli olandesi che non sono pronti. Non è una bella pagina nemmeno per l’Europa”.
Amsterdam non è pronta ad ospitare l’agenzia del farmaco. Il governo riproponga la scelta di #Milano
È importante fare presto nell’interesse dei cittadini europei #Ema— laura boldrini (@lauraboldrini) 29 gennaio 2018
Ema a Milano, i sospetti dell’Italia su Amsterdam
Il sospetto che Amsterdam non fosse pronta ad ospitare l’agenzia europea del farmaco Ema, dopo averla strappata a Milano per un soffio, è dunque una certezza: l’edificio ancora non c’è, e il trasferimento di tutto il personale e le attività da Londra è destinato a subire ritardi e costi supplementari. L’allarme arriva direttamente dal direttore esecutivo dell’Ema, Guido Rasi, e riapre la polemica: il governo italiano si dice pronto al ricorso, e la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco Beppe Sala tornano alla carica riproponendo Milano.
Secondo il DG di #EMA sede #Amsterdam non sarà pronta nei tempi previsti. In più la sede transitoria risulta inadeguata. #Milano era pronta e operativa, sarebbe stato meglio decidere su elementi tecnici senza affidarsi alla sorte. Dobbiamo porre questione in #CommissioneEuropea
— Beatrice Lorenzin (@BeaLorenzin) 29 gennaio 2018
Quando deve essere pronta Ema?
L’Ema dovrà essere operativa ad Amsterdam dal primo giorno della Brexit, cioè il 30 marzo 2019, ma “il palazzo finale non sarà pronto per allora e quindi dovremo andare in una sede temporanea nella città”, spiega Rasi. “Questo doppio trasferimento ci costringerà a investire più risorse, e prolungherà il ‘piano di continuità’, ovvero impiegheremo di più per tornare alle operazioni normali”, ha aggiunto. Nelle ultime settimane Rasi ha discusso con le autorità olandesi del palazzo temporaneo, bocciando le proposte iniziali.
Se #Amsterdam non può garantire il trasferimento di #EMA nei tempi e nei modi da lei assicurati nell’offerta, credo che le istituzioni europee debbano rivedere l’assegnazione, anche nell’interesse comunitario, a favore di #Milano, il cui progetto si era classificato a pari merito pic.twitter.com/45KMSgNxuH
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) 29 gennaio 2018
#EMA: crediamo che il nostro governo e le istituzioni europee debbano mettere in campo tutte le energie per rimediare a quello che possiamo definire un errore di valutazione fatto a suo tempo. #Milano e’ pronta ed Ema non puo’ aspettare pic.twitter.com/weH7V3lwtQ
— Maurizio Lupi (@Maurizio_Lupi) 30 gennaio 2018