È attesa per il primo pomeriggio di oggi la sentenza del processo no Tav che vade imputato lo scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere per aver rilasciato alcune interviste in cui sosteneva che “la Tav Torino-Lione va sabotata”.
E quest’oggi lo scrittore napoletano ha ribadito il concetto nelle dichiarazioni spontanee rese in aula a Torino, dove si sta tenendo il processo. L’imputato si è detto “sereno” e nell’avvalorare la sua posizione ha rivendicato il diritto alla libertà d’espressione. “Sono incriminato per aver usato il termine ‘sabotare’, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Ghandi e Mandela, e democratico”, ha precisato, dicendosi pronto a “subire la condanna penale” ma non certo la censura del suo libero pensiero.
“Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua” – queste le parole di De Luca nell’aula di tribunale – “I miei colleghi stranieri continuano a non capire il perché di questo processo, io sono tranquillo”.