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Ex Ilva piano di esuberi ArcelorMittal: segna il futuro di Taranto e del Sud

Sono 4700, di cui ben 2900 da subito, dall’inizio del 2020. Sono gli esuberi previsti dal nuovo piano industriale di ArcelorMittal per l’ex Ilva di Taranto. La multinazionale franco-indiana che avrebbe dovuto rilanciare lo stabilimento siderurgico, il più grande insediamento industriale del Sud Italia, fa dunque un netto passo indietro. Un piano che ha tutte le caratteristiche della dismissione. I numeri dei licenziamenti, usciti ieri dai colloqui in corso tra l’azienda e il governo al Ministero dello sviluppo economico, hanno fatto infuriare i sindacati e buona parte della maggioranza. Ma quali sono le reali intenzioni di Arcelor Mittal sullo stabilimento di Taranto?

Ex Ilva piano di esuberi ArcelorMittal

Il ministro Patuanelli: «Questa non è l’idea che ha il Governo sullo stabilimento»

«L’azienda invece di fare un passo avanti ha fatto qualche passo indietro, ricominciando a parlare di 4.700 esuberi alla fine del nuovo piano industriale, che prevede comunque un forno elettrico e una produzione finale di 6 milioni di tonnellate. Questa non è l’idea che ha il Governo sullo stabilimento. Riteniamo che la produzione a fine piano debba essere più alta, arrivando almeno ad 8 milioni di
tonnellate». Così si è espresso il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli a margine dell’incontro con i vertici di ArcelorMittal.

Ex Ilva piano di esuberi ArcelorMittal Stefano Patuanelli

Ex Ilva piano esuberi ArcelorMittal, Landini (Cgil):

Il nuovo piano di esuberi ha mandato su tutte le furie in sindacati, che presenti all’incontro tra l’azienda e il governo, hanno ricordato l’accordo (ben diverso) del settembre 2018 e annunciato uno sciopero per il 10 dicembre prossimo. «Inaccettabile un piano industriale volto a chiudere l’azienda nel nostro Paese», ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini aggiungendo che «abbiamo un accordo firmato un anno fa che prevede investimenti, 8 milioni di tonnellate di acciaio da produrre e quella è la base da cui partire». ArcelorMittal, nonostante i tagli alla manodopera, nel nuovo piano ipotizza una produzione di 6 tonnellate di acciaio, grazie anche al nuovo forno elettrico. Ma Landini è categorico sulla questione: «Per noi la discussione è possibile se si parte dall’intesa che abbiamo firmato», ha detto.

Ex Ilva piano di esuberi ArcelorMittal Maurizio Landini

Ex Ilva piano esuberi ArcelorMittal, il sindaco di Taranto: «Catastrofe annunciata»

Ci sono da registrare le drammatiche parole del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, secondo cui il nuovo piano di ArcelorMittal per lo stabilimento della sua città è una «catastrofe annunciata». Ed è difficile dargli torto, perché è evidente che gran parte degli esuberi impatteranno proprio su Taranto, che ha già circa 3.000 cassintegrati di provenienza siderurgica tra Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal

La fine dell’acciaio in Italia?

Il maxi ridimensionamento dello stabilimento di Taranto inciderà pesantemente sulla produzione di acciaio in Italia. Anche se fosse davvero rispettata la quota di 6 tonnellate prevista dal nuovo piano industriale ArcelorMittal, con questo contributo dello stabilimento tarantino la produzione di acciaio in Italia arriverebbe attorno alle 30 milioni di tonnellate l’anno, con un incremento poco significativo rispetto agli ultimi dieci anni (nel 2011 la produzione era di circa 29 milioni di tonnellate secondo i dati diffusi della WSA, World Steel Association). Sicuramente la fine di una tendenza alla crescita che, timidamente, aveva fatto segnare negli ultimi anni segnali positivi. Una fine che segna il futuro di Taranto e del Sud, considerata l’importanza dell’insediamento ex Ilva, il più grande plesso industriale del Mezzogiorno.

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