Fabri Fibra e l’omofobia. Un’accusa che il rapper si porta avanti fin dai suoi primi esordi, e una grana che, ancora una volta, lo porta in tribunale. Il rapper di Senigallia è stato messo sotto processo per delle frasi omofobe nei confronti del cantante Valerio Scanu. E non per la prima volta. Già nel 2013, Fabri Fibra era stato condannato dal tribunale di Milano per le offese omofobe, sempre a Valerio Scanu, contenute nel brano A me di te. In quel caso, la Procura aveva stabilito per il rapper una multa e una provvisionale di risarcimento, in quanto Fibra faceva “scherno dei suoi orientamenti sessuali”, riferito a Scanu.
Fibra ci era poi ricascato. Nel 2015, durante un suo concerto, aveva riproposto la canzone incriminata, facendo cantare i versi omofobi al pubblico. Anche in questo caso, i legali di Valerio Scanu si erano fatti sentire, denunciando il rapper per diffamazione e istigazione a delinquere. La Procura, però, attraverso il pm Cristian Barilli, aveva chiesto l’archiviazione per entrambe le accuse. A giustifica di questo, anche il fatto che Fibra, durante quel concerto, avesse mostrato sui monitor dei frammenti della sentenza di condanna del processo passato.
I legali di Valerio Scanu si sono opposti alla richiesta di archiviazione, e si è arrivati quindi ad udienza. Il giudice del tribunale di Milano, Manuela Accurso Tagano, ha archiviato la denuncia per istigazione a delinquere. Un reato che tutela l’ordine pubblico e quindi non imputabile in quel caso. Tuttavia ha rinviato a giudizio Fibra per l’accusa di diffamazione, portando nuovamente a processo il rapper marchigiano.