Dopo aver trattato le bugie della fotografia addentriamoci nei meandri della filosofia del fotoritocco.
Sempre più spesso mi trovo a leggere in internet di fotografi che vantano il fatto di non post produrre le loro fotografie, questo per me non ha alcun senso. Il fotoritocco è di poco più giovane della fotografia. La post produzione, prima in camera oscura, ora con il PC è sempre stata fatta e ritengo sia lecita oltre che necessaria.
Ogni fotografia va pensata e scattata al meglio, cercando di evitare qualsiasi errore in modo da lavorare in post il meno possibile. Bisogna tenere conto di un elemento fondamentale: per quanto si possa essere bravi con il fotoritocco, se l’immagine di partenza non è valida, anche dopo la post si avrà un prodotto non valido. Il fotoritocco non salva le immagini sbagliate, migliora quelle nate correttamente.
Infine vorrei aprire un’altra riflessione inerente al fotoritocco ed alla filosofia delle immagini. Migliorare una foto, senza stravolgerla non significa che quella foto diventi un falso. Ho già scritto in merito alle menzogne della fotografia, ma ci tengo a tornare sull’argomento. Se il fotoritocco è fatto in buona fede e non va a eliminare componenti dell’immagine che potrebbero essere in antitesi con il messaggio generale della stessa, il problema non si pone. Rendere ad esempio un paesaggio più accattivante enfatizzando contrasti e saturazione non rende falsa l’immagine, la migliora. Certamente la linea di demarcazione tra bugia e verità è molto sottile, sta alla buona fede del fotografo non prendere in giro il fruitore delle immagini. Ma se c’è buona fede il fotoritocco deve essere il benvenuto.