Firenze omicidio Duccio Dini: morte cerebrale per il 29enne travolto da un’auto a durante un inseguimento tra famiglie rom rivali. Il giovane domenica 10 giugno era fermo col suo scooter ad un semaforo ed è stato travolto da una delle auto in via Canova, alla periferia ovest della città. A Careggi sono state avviate le procedure di accertamento di morte cerebrale il ragazzo.
A seguito dell’accaduto, il presidente della Regione Enrico Rossi ha spiegato che “ora è il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia, ai parenti e agli amici di Duccio. Nessuno potrà mai restituire Duccio all’affetto dei suoi cari, la morte rende muti e pone interrogativi senza risposta costringendoci a riflettere sulla fragilità e sulla incompiutezza del nostro impegno quotidiano. Assieme al sentimento del dolore e della vulnerabilità, si impone per tutti il dovere di una reazione, umana e ragionata. La fine di Duccio non è una mera fatalità”. Rabbia degli abitanti del quartiere in cui si è verificato il fatto; Rossi al riguardo ha pronunciato parole finalizzate a placare gli animi: “la protesta dei cittadini, dei commercianti, delle famiglie, del quartiere e di chi conosceva il giovane che è morto mentre si recava a lavoro, nel centro della sua città, è comprensibile ma non può tradursi in vendetta”.
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La questione al centro del dibattito è dunque quella relativa alla sicurezza dei cittadini e la presenza dello Stato nel territorio. “È inaccettabile che una faida familiare, in una comunità dove si scontano precedenti per rissa, spaccio, sfruttamento della prostituzione, possa sfociare in una guerriglia urbana, che toglie la vita a un giovane. I campi rom devono essere smantellati”, ha aggiunto Rossi, “I criminali devono essere assicurati alla giustizia e devono pagare. Nessuna vendetta e nessuna discriminazione però è accettabile. Intanto da questa mattina in seguito alla morte di Duccio Dini, su indicazione del presidente Rossi, la bandiera della Regione Toscana sulla facciata di Palazzo Strozzi Sacrati è listata a lutto.