Si sta svolgendo a Londra, in questi giorni, l’European Society of Cardiology (Esc) dove, tra le varie teorie, ne è emersa una che evidenzia l’aumento dei rischi di arresto cardiaco con l’abbassamento delle temperature.
In particolare, la dottoressa Shuangbo Liu dell’University of Manitoba a Winnipeg afferma “Abbiamo studiato gli effetti della temperatura sul rischio di attacchi cardiaci a Winnipeg, una delle più grandi città con i suoi 700 mila abitanti e anche una delle più fredde”. Le temperature basse aumenterebbero, infatti, il rischio di Stemi ovvero di infarti caratterizzati da anomalie riscontrabili con un elettrocardiogramma.
Altri studi, invece, hanno constatato come sia molto più alto anche il rischio di ictus ischemici quando le temperature ambientali diventano più fredde. Il cardiologo Tze-Fan Chao spiega come il repentino abbassarsi delle temperature, soprattutto se in modo brusco, favorisce la coagulabilità del sangue e quindi indurre ictus. In definitiva, nonostante queste teorie siano tutte da verificare, in caso di temperature particolarmente rigide e predisposizione a malattie cardiache, è bene pensare ad un controllo aggiuntivo dal cardiologo di fiducia.