La notizia di Gianni Morandi ricoperto di insulti ha fatto il giro del web ed è rimbalzata da un giornale all’altro. In realtà si è trattato di un enorme equivoco, dovuto all’analfabetismo web che rende gli utenti Facebook incapaci di discernere un profilo fake da uno vero, una notizia certa da una bufala.
Gianni Morandi in questa storia c’entra ben poco, ad essere sfruttato per motivi satirici e provocatori è stato “soltanto” il suo nome. Un falso profilo, che si presentava con il nome di “Gianni Moramndi” – volutamente con la “m” al posto della “n” – ha difatti pubblicato ieri una foto dedicata a Matteo Salvini. La foto ritoccata vedeva Gianni Morandi tenere in mano un foglio con due proposte per il logo nuovo della lega: in uno c’è scritto “Illegale Salvini”, mentre l’altro, “Noi con Salvini” aveva sullo sfondo un paio di manette. Il post che accompagnava lo scatto photoshoppato era poi scritto con parole tutt’altro che lusinghiere: «Ho letto che la Lega potrebbe cambiare nome per evitare il sequestro. Siccome, oltre a cantare, mi diletto con la grafica, ho ideato due loghi nuovi per il caro Matteo. È solo una bozza, ma voi che ne pensate?».
La didascalia ha suscitato non poche polemiche: in tanti hanno attaccato il falso Gianni Morandi, credendolo vero, con commenti offensivi. “Poveraccio”, “schifoso” e “ridicolo” gli aggettivi più volte ripetuti dalla folla cieca di Facebook. Qualcuno ha scritto: «Morandi è diventato così un poveraccio comunista con poco da fare». Qualcuno ha ironizzato sull’età che avanza postando: «Qualcuno cambi il pannolone a questo cantante in pensione». Qualcun altro sull’età che avanza: “Fatti mandare dalla mamma a fare in c…”. Accanto ai centinaia di insulti, anche le minacce di sabotare carriera, produzioni e concerti in corso al cantante ignaro di quanto stesse succedendo. A cadere nella “trappola” anche il leader della Lega che, senza curarsi di controllare, ha scritto: «Se Gianni Morandi è così attento alle esigenze degli immigrati, visto che non gli mancano i soldi e le case dia il buon esempio: accolga, ospiti, mantenga e paghi di tasca sua! Canta che ti passa …». A nulla sono serviti chiarimenti, la massa di «webeti», come li chiama Enrico Mentana, era un fiume in piena. Nel tentativo di difendere Salvini il popolo dei social ha perso lucidità ed è caduto mani e piedi in una bufala clamorosa.