Oggi, venerdì 17 maggio 2019, è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, riconosciuta dall’Unione Europea e dall’Onu e promossa da più di 130 paesi. Italia compresa. Sono passati solo trenta anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Cosa è cambiato da allora?
Italia: cresce il livello di omofobia
Sarebbe bello poter scrivere che da quel momento l’Italia abbia fatto passi da gigante a riguardo, ma purtroppo non è esattamente così. Il nostro paese è passato dalla 32esima alla 34esima posizione su 49 paesi, scivolando dal 27 al 22%, per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone lgbtqi.
Non basta: secondo i dati della Gay Help Line, il numero verde del Gay Center contro l’omofobia, aumentano i casi di genitori che non accettano l’omosessualità dei figli nella fascia tra i 12 e i 21 anni. Un giovane al giorno è vittima di violenze in famiglia perché lesbica, gay o trans. Sono cresciuti anche i casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro fino ad arrivare al non rinnovo dei contratti o al licenziamento.
Il dato che più spaventa è il crescente livello di omofobia con un incremento del 2,5% e un aumento del 6% delle discriminazioni sul lavoro a scapito delle persone lesbiche e gay, insieme ai sempre più frequenti atti di bullismo. In parte questo non ci sorprende visto che il nostro governo è il primo a schierarsi a favore della famiglia tradizionale e a dichiarare “le famiglie arcobaleno non esistono”. Inoltre in Italia manca una legge contro l’omofobia.
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“Non c’è una legge contro l’omofobia”
Cathy La Torre, avvocata e attivista lgbtqi, in un’intervista a Today.it ha affermato: “Nel nostro ordinamento c’è già la legge Mannino, ma non c’è una legge vera e propria che punisca il movente omofobo o transofobo, quindi sostanzialmente c’è un vuoto normativo“. La Torre continua affermando “Si fa una legge sulla legittima difesa con 17 casi in tre anni, non si capisce perché non se ne possa fare una quando ci sono stati nello stesso arco di tempo migliaia di casi per quanto riguarda discriminazioni e violenze omotransfobiche”. Lei stessa è stata minacciata per il proprio orientamento sessuale e nel 2019 sembra assurdo che lo Stato non faccia niente per fermare e punire questo tipo di comportamento. “Noi, come attivisti, combattiamo la discriminazione tutti i giorni dell’anno ma il 17 maggio è necessario ricordare quanto sia forte e cogente questo tema”, ha concluso La Torre