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Giovanni Galli, morte del figlio: «Spero sempre di vederlo sbucare dagli spogliatoi e di essermi sbagliato»

Ospite della puntata di oggi, giovedì 19 dicembre 2019, di Vieni da me, è stato Giovanni Galli, dirigente sportivo, ex calciatore Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982, considerato non a torto uno dei migliori portieri degli anni ottanta. Il 61enne ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua straordinaria carriera e ha poi parlato dalla Balivo del lutto grande che lo ha colpito: la morte dell’adorato figlio Niccolò. Una tragedia avvenuta il 9 febbraio del 2001.

Giovanni Galli

Giovanni Galli uno dei migliori portieri italiani: «Ripenso a quando a 14 anni ho lasciato i miei genitori dandomi la possibilità di realizzare un sogno…»

Parlando degli esordi nel mondo del calcio Giovanni Galli ha raccontato: «Ripenso a quando a 14 anni ho lasciato i miei genitori dandomi la possibilità di realizzare un sogno. All’epoca dovevi per forza vincere lo scudetto per partecipare alla Coppa dei Campioni!». Un sogno che l’accompagnato da sempre: «Sono nato a Pisa e arrivo da un quartiere popolare. Finita la scuola ci ritrovavamo nell’unico spazio verde che avevamo a disposizione. Mio padre che era un artigiano ci aveva costruito delle porte e giocavamo lì dalle due fino all’imbrunire quando le mamme cominciavano a chiamarci per andare a studiare…». All’inizio non voleva fare il portiere, ma si sa che le cose più belle avvengono per caso: «Quando è cominciata l’avventura ufficiale con la formazione di una squadra, nessuno voleva fare il portiere e, su consiglio di mio padre, ci ho provato e da lì non sono mai uscito. La Fiorentina mi scelse perché ero bravo a dirigere la difesa e perché ero bravo a rimettere subito il pallone in gioco dopo averlo recuperato…». 

Giovanni Galli

«Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio»

La seconda parte dell’intervista si è concentrata sulla morte di Niccolò, il figlio diciassettenne che Giovanni Galli ha perso in un incidente stradale nel 2001. «Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio», ha affermato l’ex calciatore, che ha trovato conforto nell’affetto della sua famiglia e nella fede. Un dolore che non passa, una “bomba ad orologeria” come l’ha definita lo stesso 61enne: «Puoi solo imparare a conviverci». Davanti alla moglie e alle altre due figlie non ha mai voluto mostrarsi fragile: «Mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia…». Niccolò aveva intrapreso la sua stessa strada, giocava però come difensore: «A 16 anni decise di andare a Londra per provare a sfondare là. Voleva vedere se le attenzioni verso di lui erano solo per il nome che portava o perché era veramente bravo. Tornato in Italia, a Bologna, ha esordito in serie A!», poi la prematura scomparsa«Il 9 febbraio del 2001 ci chiamarono per dirci che Niccolò aveva avuto un incidente. Quando arrivammo in ospedale capimmo che non c’era più vedendo tutti i suoi compagni piangere». 

Giovanni Galli

Giovanni Galli morte del figlio: «Spero sempre di vederlo sbucare dagli spogliatoi e di essermi sbagliato»

Di fronte a Caterina Balivo visibilmente commossa Giovanni Galli ha mostrato il suo lato più fragile, parlando della morte del figlio, una perdita da cui è impossibile riprendersi: «Sai cos’è? Io giro i campi da calcio… Spero di vederlo sbucare dagli spogliatoi e di essermi sbagliato», ha ammesso emozionato per poi concludere: «Avremmo voluto averlo ancora di più con noi ma così è stata la vita; avremo più tempo per stare insieme!». 

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