Attrice e giornalista Giulia Greco è ora su Rai 1 con Una pallottola nel cuore, il nuovo film tv con Gigi Proietti che ha debuttato lunedì 27 ottobre e che terrà i telespettatori incollati al piccolo schermo per altre tre prime serate. Urbanpost ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lei e di chiederle qualche anticipazioni sul suo personaggio scoprendo così che è nuovamente impegnata a teatro per uno spettacolo sulla violenza sulle donne che vuole informare nel migliore dei modi gli spettatori nei confronti di questa drammatica tematica sociale.
Cosa ci puoi raccontare del tuo personaggio all’interno di Una pallottola nel cuore? Evelina è una ragazza di altri tempi; la sua vera ambizione è quella di sposarsi, vivere una vita serena con la sua famiglia. Non per questo, però, bisogna immaginarla come una persona noiosa e pedante, anzi. Ama divertirsi, ballare, il contatto con le persone e, soprattutto, la moda! Sperimenta infatti mille look estrosi e divertenti e non rinuncia mai a nessun tipo di ornamento, che sia un cappello, un fermaglio o una calza sgargiante, si contraddistingue sempre tra la folla.
Come ti sei preparata a calarti nel ruolo che ti è stato affidato? Io e Luca Mandredi abbiamo fatto nascere Evelina insieme. In realtà all’inizio delle riprese non sapevamo nemmeno che sarebbe diventato un ruolo più presente. E’ stato un lavoro costruito giorno per giorno, cercando di far risaltare una certa solare ingenuità del personaggio, che ama stare a contatto con la gente e la vita in generale, un po’ come me!
Tra cinema, televisione e teatro cosa preferisci? Ho sempre pensato che il lavoro dell’attore sia un unico lavoro. Il contesto è quello che di volta in volta può cambiare. Ovviamente ci sono degli aspetti tecnici che divergono. Ad esempio, in teatro c’è la necessità di appoggiare di più la voce, scandire di più le parole, governare il gesto e il movimento corporeo secondo cadenze più precise e meticolose, rispetto al cinema o alla televisione. Eppure, mi sento di rispondere che se si ama questo lavoro, lo si ama come i più grandi amori: sempre e comunque!
Se fossimo dalla Bignardi sarebbe una domanda da pistola alla tempia. Fra Verdone, con cui ha lavorato per Posti in Piedi in Paradiso e Io loro e Lara e Gigi Proietti chi preferisci? Questa non è una domanda, è una cattiveria! A parte gli scherzi, Carlo Verdone è per me il maestro che ha creduto in me. Mi ha conosciuto durante un provino e mi ha dato fiducia. Oltre che essere fiera per aver recitato al fianco di un mito del genere, non posso che non esserne anche riconoscente e legata profondamente. Gigi Proietti è il genio assoluto, l’incarnato di una magia a cui si deve per forza rimanerne incantati. Ha un carisma e un’energia tali da rapirti e affascinarti.
E fra Verdone e Moccia? Verdone. Federico è stato sicuramente molto gentile e professionale nei miei confronti, ma abbiamo avuto davvero poco tempo per conoscerci. I tempi in cui si gira si sa, sono sempre molto stretti e veloci…
Siccome oltre ad attrice sei anche una bravissima giornalista. Quale domanda di auto – faresti? Carina questa! Chi è un attore? Un pazzo che segue una maledizione; a differenza di altri lavori che sono delle vere e proprie vocazioni, quello dell’artista (e non lo dico per fare la romantica!) si scontra con delle difficoltà, delle prove, degli umori, delle circostanze, dei sacrifici, talmente particolari e difficili, che se non rinunci comunque a perseguire la strada che hai scelto, significa che sei stato vittima di un brutto sortilegio!
Per il futuro cosa bolle in pentola? Ho girato il teaser del film “Una nobile causa” con Giancarlo Giannini, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Nadia Rinaldi, Rossella Infanti, per la regia di Emilio Briguglio. E’ stato presentato fuori concorso al Festival di Venezia e le riprese dovrebbero cominciare fra poco. Intanto ho appena ripreso uno spettacolo scritto dalla vice direttrice del TG Lasette Pina Debbi, che con la regia di Tiziana Sensi ha debuttato l’anno scorso al Quirino. Tratta della violenza sulle donne e cerchiamo di diffondere, specialmente tra i ragazzi, un messaggio di aiuto e di informazione nei confronti di questa tematica sociale così difficile e drammatica.