Mario ha 53 anni. La sua casa da oltre un anno è un parco pubblico in zona Rembrandt: siamo a due passi dallo stadio di San Siro, in mezzo ad eleganti condomini che oggi sono considerati “semicentro” di Milano. Qui ogni giorno va in scena lo stesso film: un gruppo di persone, tutti uomini tra i 40 e 50 anni, sosta nel parco, sotto gli alberi.
Parlano tra loro, hanno dei sacchetti di plastica, qualcuno un borsone. Si scambiano oggetti e mentre li osservo mi fanno un cenno, mostrando un paio di scarpe da tennis usate ma ben tenute. Sono per Ahmed, un amico di Mario: 43 anni, tunisino, non lavora da due anni. Nel suo paese ha conseguito una laurea in Sociologia, in Italia da quando è arrivato 11 anni fa ha sempre fatto il muratore. Ora la crisi e la perdita del lavoro gli hanno tolto ogni possibilità di avere un tetto sopra la testa. Mario invece ha una storia più complicata: è separato da 15 anni e da 3 non lavora più; ha perso tutto: famiglia, lavoro, casa, ma non vuole essere “aiutato”. La sua vita è qui con i suoi compagni di avventura, in questo parco.
A mezzogiorno c’è chi si arrangia con le poche cose elemosinate dalla gente del quartiere, i pochi per cui non sono degli invisibili. Altri si spostano in centro, in Piazza Tricolore, e si mettono in fila alla mensa dei francescani. Li seguiamo per scoprire una lunga ma ordinata coda: senza fissa dimora abituali (ma sono pochi), molti stranieri, qualche italiano di mezza età che non sembra certo un clochard ma ha poca voglia di parlare e di spiegare perché si trova in quella fila.
“Ho paura che mi rimandino a casa”, dice Ahmed, “ma in Tunisia non ho più nulla”. Mario invece dice che lui questa vita non la vuole più lasciare: “la mia famiglia sono loro”, dice indicando il gruppetto di uomini che adesso ci osserva con curiosità crescente. “Io non mi sento certo un barbone, voglio solo essere lasciato in pace; questa società mi ha solo tolto, dopo che io ho dato e ridato per una vita. I barboni sono loro, noi siamo solo invisibili”.
(foto di apertura: @bellimarco – flickr.com)