Due punti a sfavore e uno a favore, nella recente indagine realizzata dalla LIZ (Liquidi e Zuccheri), i cui risultati sono stati presentati in questi giorni al Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Generale a Firenze. Il popolo italico beve poco, anche se predilige bevande non zuccherate, ed è sedentario.
L’indagine è stata condotta su un campione di circa 2000 persone, ed ha subito sfasato il luogo comune che vedeva gli italiani grandi consumatori di zucchero e bibite dolci. Bevande poco zuccherate, usate anche dai più giovani, mentre nel discorso di caffè o tè è emersa un’altra sorpresa: sono sempre più consumatori a preferire queste ultime bevande senza zucchero (uno su quattro, per gli uomini e uno su cinque per le donne). Sommando lo zucchero assimilato attraverso i succhi di frutta 100% a quello contenuto nel consumo di dolci o di frutta naturale, il quantitativo medio è di circa 67 grammi/die, un valore perfettamente in accordo con gli indici LARN (indicati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana), che vedono il massimo tollerato nei 78 grammi per il gentil sesso e 90 grammi per gli uomini. Quindi, circa il 15% del fabbisogno giornaliero di calorie, fissato per un individuo di corporatura media e che svolge attività fisiche moderate.
Altro discorso riguardo la nostra fondamentale idratazione corporea: “Gli italiani bevono poco più di un litro d’acqua al giorno, ma le linee guida internazionali parlano di due litri al giorno per le donne e 2,5 litri per gli uomini“, sottolinea Franca Marangoni, di Nutrition Foundation of Italy e responsabile della ricerca condotta assieme a Simg.
Secondo la ricercatrice “I risultati confermano ancora una volta l’importanza della qualità complessiva dell’alimentazione e dello stile di vita e non tanto della valutazione del singolo alimento“. Marangoni fa anche notare come per il consumo di latte e yogurt “…siamo ben al di sotto delle due porzioni giornaliere raccomandate, e anche per la frutta siamo al di sotto delle tre porzioni”.
Altra nota dolente: ben un italiano su quattro fa una vita troppo sedentaria. Andrea Poli, direttore scientifico della NFI, fa notare l’importanza di raccogliere dati più precisi e vicini alla realtà sulle abitudini degli italiani fondamentali per una pianificazione efficace di una politica sanitaria basata su interventi mirati e campagne educative di prevenzione, che promuovano in modo martellante stili di vita sani e attivi. “Abbiamo bisogno – conclude Poli – innanzitutto di conoscere davvero le abitudini dei cittadini per elaborare strumenti nuovi che possano spiegare loro come mantenersi sani“.