Il 2019 sarà un anno da dimenticare per il governo Conte. Una crisi di governo, un cambio di maggioranza e una coalizione d’emergenza non sono sicuramente gli obiettivi che si erano prefissati leader della politica italiana. Gennaio sarà un mese cruciale, ricco di giornate difficili che potrebbero mettere a rischio l’esecutivo.
Governo Conte news: cinque date a gennaio definiranno la maggioranza
L’anno nuovo partirà con il botto per il governo Conte bis. Già dalla prima settimana, infatti, appena finite le feste, il 7 gennaio dovrà affrontare la questione della prescrizione. Questo nodo difficile, causa di discussioni all’interno dei palazzoni, verrà esaminato in un vertice a sei giorni dalla sua entrata in vigore. Il primo ostacolo lo pongono i renziani: contrari allo stop della prescrizione, hanno infatti già dichiarato che nel caso non giungessero notizie prima della fine dell’anno, potrebbero disertare il vertice, ritenendo “inutile” incontrarsi all’inizio del 2020. A non rimanere a margine sarà anche il Partito Democratico: i dem infatti hanno annunciato una loro proposta di legge da presentare a breve in parlamento, chiedendo inoltre che il vertice possa essere anticipato, e se così non dovesse andare faranno partire l’iter del provvedimento in commissione. In linea generale, sia la maggioranza che l’opposizione si trovano concordi nel criticare la riforma a firma Bonafede: tutti insieme, tranne i pentastellati.
Domenica 12 gennaio invece scadrà il termine per depositare le firme dei parlamentari per chiedere un referendum confermativo della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari approvato quasi all’unanimità lo scorso 8 ottobre, con cui si prevede un taglio di 230 deputati e 115 senatori. Il referendum necessita di 64 firme per essere chiesto, numero che sembra essere già stato raggiunto, e dovrà avvenire entro sei mesi.
Governo Conte news, gennaio sarà un mese pieno di impegni
La maggioranza avrà poco tempo per riposare durante primo mese dell’anno: tre giorni dopo la presentazione delle firme per il referendum sulla nuova composizione del parlamento, il 15 gennaio la corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi su un altro referendum, quello fortemente voluto dalla Lega di Matteo Salvini per cancellare la quota proporzionale prevista dal Rosatellum, modifica che avrebbe lo scopo di arrivare ai collegi uninominali. Se la Corte si dovesse pronunciare a favore, si complicherebbe molto la coesistenza della maggioranza al governo, dove sono in corso delle trattative su un sistema proporzionale. La legge elettorale sta mettendo in disaccordo tutta la maggioranza: M5S, Partito Democratico e Italia Viva infatti risultano essere su posizioni opposte, e che potrebbe condizionare pesantemente anche la decisione sul referendum del taglio dei parlamentari.
Il 20 gennaio invece la giunta per le immunità al Senato sarà chiamata a pronunciare sul caso della Gregoretti e Matteo Salvini: dovrà decidere se avvallare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega accusati di sequestro di persona. Anche se all’opposizione, l’ago della bilancia del governo Conte bis continua a essere, in un modo o nell’atro, il Carroccio. Sul caso Gregoretti infatti la posizione del Movimento 5 Stelle è particolarmente critica: durante il primo governo Conte, nella coalizione giallo-verde, i pentastellati avevano negato l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sul caso Diciotti; questa volte, al contrario, pare siano disposti a dire sì. La motivazione di due comportamenti totalmente opposti sembra trovare le radici nella mancanza di consultazione da parte di Salvini con il M5S sull’intervento nei confronti della Gregoretti e dello sbarco dei migranti. In questo contesto potrebbero però avere un ruolo fondamentale i renziani, che ancora non si sono esposti sulle intenzioni di voto.
Le elezioni regionali in Emilia Romagna scriveranno il destino dell’esecutivo giallo-rosso?
E infine le tanto attese elezioni regionali in Emilia Romagna. Una data, il 26 gennaio, che potrebbe scrivere le sorti del governo Conte bis si sta avvicinando sempre di più. Manca poco meno di un mese per capire quale sarà il destino della maggioranza giallo-rossa. Un vero e proprio banco di prova per il Partito Democratico che, dopo l’Umbria, se andasse a perdere un’altra regione storicamente rossa potrebbe non avere più toppe sufficienti per coprire gli strappi. E così, se il candidato dem Stefano Bonaccini (a oggi dato al 46,5%) non dovesse essere riconfermato governatore, e dovesse lasciare le chiavi emiliano romagnole alla candidata leghista Lucia Borgonzoni, allo stesso modo la maggioranza dovrebbe aprire le porte a Matteo Salvini perché in tal caso l’evidenza non si potrebbe più nascondere. La soluzione quindi, se così dovessero andare le cose, sarebbe solamente una: le elezioni anticipate. E tutti conosciamo già il risultato.