Mentre un intero Paese “pende dalle sue labbra” ed attende freneticamente la sua decisione per la formazione del nuovo Governo, lui, il diretto interessato, potrebbe clamorosamente dimettersi. Sì, parliamo di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, figura decisiva mai come adesso negli ultimi cinquant’anni di storia repubblicana del nostro paese.
L’indiscrezione, che circola con una certa insistenza in serata, ha cominciato a rimbalzare nel tardo pomeriggio, quando numerosi quotidiani online, magazine e siti d’informazione l’hanno rilanciata. Lasciando spiazzati un po’ tutti, addetti ai lavori compresi.
Sarebbe una tragedia, senza ombra di dubbio. Un’Italia che non riesce a mettere in piedi un Governo e non è in grado di venire a capo di questa crisi che l’attanaglia, si ritroverebbe improvvisamente anche senza l’unica guida rimasta al timone (di una nave che affonda).
Ma cosa spingerebbe il Presidente Napolitano ad una simile decisione? Due ragioni, sostanzialmente.
- La prima: è impensabile far nascere un Governo del Presidente, come tutti lo stanno definendo, quando lo stesso Presidente sta per lasciare l’incarico per scadenza naturale del mandato (15 maggio). Sarebbe un Governo privo di un garante, della sua figura di riferimento, ed anche del giusto peso politico. L’unica alternativa – in tal senso – riguarderebbe la formazione di un governo di scopo, preposto al raggiungimento di pochi e determinati obiettivi (nuova legge elettorale in primis).
- La seconda ragione, invece, riguarderebbe un’eventuale accelerazione dell’iter per l’elezione del suo successore. Secondo molti, infatti, è proprio questa la motivazione che starebbe facendo tentennare Giorgio Napolitano. Dimettendosi ora, a 90 giorni dal termine naturale del suo mandato, il Parlamento potrebbe subito concentrarsi sull’elezione del nuovo Presidente del Repubblica. Colui a cui consegnare la “patata bollente” della formazione del nuovo Governo.
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