Matteo Salvini sfoggia sicurezza al termine del vertice economico della Lega. Il vicepremier è pronto ad affrontare con gli alleati i punti programmatici elencati nel contratto di governo che ha portato alla nascita dell’esecutivo gialloverde. Si parte subito da “numeri, conti e tempi”, per citare proprio le parole di Salvini. Quello che conta in questo momento è avere idee e tempi chiari, con il pericolo speculazione sempre dietro l’angolo. E mettendo in fila le dichiarazioni degli ultimi giorni di Tria, Di Maio e Salvini la road map è già tracciata: pace fiscale subito per poi iniziare dal 2019 a ridurre la pressione fiscale con l’introduzione di una prima versione della flat-tax (inizialmente annunciata per il 2020) e riforma previdenziale.
E la conferma di questa agenda viene proprio dalle parole di Matteo Salvini: «Abbiamo discusso su numeri, conti e tempi per realizzare nell’arco della legislatura le nostre proposte per famiglie e imprese – ha dichiarato al termine della riunione – smantellamento della legge Fornero, flat-tax, pace fiscale e chiusura delle liti con Equitalia, meno burocrazia per aziende e partite IVA, eliminazione delle accise più vecchie sulla benzina, interventi a favore dei Comuni, grande piano nazionale di manutenzione ordinaria e straordinaria».
Siamo piuttosto certi che le “cose da fare” siano state elencate nell’ordine in cui diventeranno provvedimenti dell’esecutivo. «Penso che questo governo avrà lunga vita se rispetterà i suoi doveri nei confronti degli italiani» aveva affermato questo pomeriggio Salvini in un’intervista a Deutsche Welle. E in questo il ruolo del presidente del consiglio Giuseppe Conte rischia di essere determinante nel limare le differenze che ancora esistono tra le due anime del governo. E se qualche retroscena lo vuole pronto ad un ultimatum, Conte, da quello che si legge nelle sue parole, prenota la casacca del mediatore. Tra tutti, quello più in difficoltà appare Luigi Di Maio, “sorpassato” pure a sinistra da Matteo Salvini che oggi ha incontrato l’ex primo ministro inglese e leader laburista Tony Blair.
Ordine del giorno dell’incontro Salvini-Blair? Capire la posizione dell’Italia sulla realizzazione del Tap, il gasdotto che dall’Azerbaijan dovrebbe importare gas in Europa. A differenza della Lega di Matteo Salvini infatti, il M5S si è sempre dichiarato contrario al Tap. Blair, che oggi è consulente del gruppo che sta costruendo il Tap, conta sull’appoggio di Salvini per convincere la parte recalcitrante del governo ad allinearsi sul sì al progetto strategico per l’Italia e per buona parte d’Europa.
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