Il parlamento di Atene aveva già approvato un nuovo pacchetto di misure di austerità del valore di 13,5 miliardi di euro, un presupposto per la cosiddetta “troika” dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e dei funzionari del Fondo monetario internazionale per rilasciare la prossima rata dei fondi sul secondo piano di salvataggio della Grecia. “Rappresenta davvero un passo avanti”, dichiara il presidente della Bce Mario Draghi lo scorso giovedì, aggiungendo che la Banca centrale europea e i ministri delle finanze della zona euro discuteranno la situazione greca in una riunione a Bruxelles all’inizio di questa nuova settimana in corso. Con il voto di domenica a favore di un governo di coalizione del primo ministro Antonis Samaras, è probabile che la Grecia, per ottenere altri due anni per raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati nel programma originale in marzo, debba ottenere l’accesso a 31,5 miliardi di euro di cui la Grecia ha bisogno per stabilizzare le sue banche e rimborsare debiti a breve termine.
La crisi della Grecia non si concluderà con il voto di salvataggio. Ma i rapporti di Bruxelles suggeriscono che la “troika” dei creditori internazionali non è in grado di approvare un finanziamento delle dimensioni del deficit creato, spingendo così indietro il calendario per la Grecia riportando il debito a livelli sostenibili. Gli analisti stimano il fabbisogno finanziario a circa 30 miliardi di dollari, anche se potrebbe essere più alto. Con la disposizione a valutare l’ipotesi di più soldi sul tavolo, o accollarsi le perdite sui prestiti esistenti della “troika” greca, l’attenzione si era rivolta a altre misure, compresi i tagli dei tassi sui prestiti precedenti e la messa a punto di un rapporto debito pubblico-PIL con obiettivo del 120% entro il 2020. Mario Draghi ha dichiarato sempre giovedì che la BCE potrebbe ricavare degli utili sulle proprie dotazioni di debito greco, stimate intorno ai 15 miliardi di euro, ma la banca segnala di non essere ancora pronta a prendere altre misure o girare la palla agli stati della zona euro. “La BCE sta lavorando molto”, ha dichiarato Draghi quando gli viene chiesto della situazione in Grecia.
Mentre la disoccupazione greca raggiunge un nuovo record, il cancelliere tedesco Angela Merkel e altri leader europei si sono impegnati a fare quello che serve per mantenere la Grecia nella zona euro ma si vuole evitare, se possibile, di dover chiedere ai loro contribuenti in difficoltà, di sborsare nuovi finanziamenti. Se la “troika” non riesce a raggiungere un accordo all’inizio della prossima settimana, la Grecia potrebbe rischiare una grossa ricaduta di oltre 5 miliardi di euro di buoni del Tesoro in scadenza il 16 novembre. E’ sulle condizioni di una situazione simile presentatasi in agosto, quando la BCE ha deciso di aumentare il massimale della quantità di buoni del Tesoro della Banca nazionale di Grecia che la BCE potrebbe accettare una garanzia. Questo ha permesso alla Grecia di emettere più fatture alle banche, che a loro volta sono state in grado di attingere alle linee di liquidità della BCE per sostenere il piano di assistenza all’emergenza.
photo credit: frafra2009 via photopin cc
photo credit: alex@faraway via photopin cc