Avete mai pensato ad una classifica dei simboli elettorali più brutti? Noi si e non è stato nemmeno difficile: osservando quanto hanno prodotto negli ultimi anni gli uffici grafici di partiti e movimenti politici, vien da pensare che lo facciano quasi apposta. Non possiamo, per ragioni di par condicio, proporvi la classifica con i simboli presentati alle Elezioni Europee 2014, ma con quelli delle Politiche del 2013 si. E c’è di che divertirsi, davvero.
Partiamo dall’ultima piazza, la decima dove troviamo il simbolo del “Fronte Verde” uno dei tanti piccoli movimenti che cercano di accaparrarsi qualche voto (e relativo rimborso spese) alle Politiche: cosa c’entri l’arciere in stile Robin Hood non lo sappiamo, ma l’effetto è davvero orrendo.
Al nono posto si piazzano i “Gay di destra” (si avete letto bene), che hanno scelto come simbolo una rosa nera. L”effetto grafico è molto dark, ma alla fine il simbolo sembra più l’insegna di un night club che l’icona di un movimento politico. Ogni ulteriore commento ci pare superfluo senza scadere nella battuta di cattivo gusto.
All’ottavo posto troviamo il movimento “Pane, pace e lavoro”: il simbolo mostra una zattera con una vela rossa. Chi ha ideato il simbolo voleva forse accreditarsi come scialuppa di salvataggio nella crisi causata dai partiti tradizionali, ma pare che il piccolo movimento non abbia raccolto che una manciata di voti. Insomma, la zattera ha portato male: è stato un vero e proprio naufragio politico.
Il settimo posto è riservato ad una delle liste civetta che sostenevano l’ex premier Mario Monti: quel cuoricino blu vicino alle parole “Monti” ed “Europa” dopo l’austerity patita durante il Governo dei tecnici è a dir poco fuori luogo, oltre ad avere il colore del muscolo cardiaco di un infartuato.
Il sesto posto è ampiamente meritato dal simbolo della lista “Potere ai Cittadini – Pino Maniàci”, lista di sostegno all’ex magistrato Ingroia che nel simbolo contemplava la faccia baffuta del suo promotore: l’ottimo giornalista di Telejato, noto per l’impegno antimafia, non è proprio fotogenico.
Al quinto posto il simbolo del Movimento “Bunga Bunga”: tanto azzeccato il nome quanto brutta la sua interpretazione grafica, con l’omino nero stilizzato che prende a calci nel sedere un altro omino (a rappresentare i politici tradizionali). Roba fina, insomma.
Al quarto posto dell’orrenda classifica, il simbolo della lista “Io non voto”, una scritta nera deformata a campeggiare in cerchio color “trasù de ciucc” si dice a Milano (color vomito, insomma). Imperdibile.
Al terzo posto (e meritatamente), il modesto simbolo del Partito Naturalista di Gabriele Nappi: quell’alberello stitico di un verde stentoreo piazzato in mezzo al simbolo è di rara sciatteria. Chissà se hanno mai visto l’albero disegnato da Maurizio Nichetti in Ratataplan.
Al secondo posto il simbolo del Partito Nazionale Stranieri in Italia. Tante manine nere in cerchio in campo rosso ed al centro una rosa dei venti: un’accozzaglia dall’effetto alla fine anche un po’ macabro. Chissà se hanno interpellato un grafico per realizzarlo
Infine, al primo posto c’è lei, Ilona Staller alias Cicciolina, con il suo Partito DNA, Diritto Natura Amore. Il grafico che l’ha realizzato si è davvero impegnato, ma la faccia stilizzata di Cicciolina attorniata dall’elica del dna produce un effetto più grottesco che comico. Superiorità della razza ex-porno?