Se fate parte di quella nutrita frangia di persone che teme che le macchine ruberanno inesorabilmente loro il lavoro (in realtà la questione è più complessa e stratificata) sappiate che l’innovazione pare anche intenzionata a venirvi incontro quando intendete oziare uscendone puliti. Inventato da Pippin Barr questo programma intende ironizzare sugli scenari catastrofici che ci vengono paventati e, come spiega il creatore stesso, è una sorta di gioco in cui ci si cala in un futuro prossimo. I disoccupati sentiranno la mancanza di quel tempo in cui il lavoro dava un senso alla loro esistenza, malinconia agrodolce che verrà colmata riproducendo i bei tempi andati di click e digitazioni. Una sorta di amarcord.
Si chiama “It is as you were doing work” e la sua intro recita così: “I robot sono qui! Niente più lavoro! E’ grandioso! E’ grandioso?! Aspetta! Ti senti apatico e improduttivo! Ti manca cliccare bottoni? Ti manca aspettare che il sistema carichi la nuova pagina! Ti manca il lavoro! Ma andrà tutto a posto! Usa questa applicazione e sarà come se tu stessi lavorando!”. La riproduzione delle funzionalità dei computer 1.0 è perfetta: cartelle da aprire, file da scrivere, mail da compilare e inviare. Non dovrete far altro che muovere il mouse e digitare, al resto pensa il programma che agisce in modo automatico. Apparentemente, per chi vi guarderà dall’esterno, sembrerà proprio che stiate lavorando. Ma il fingersi attivi è lo scopo minore di questa applicazione che, con il sorriso, intende affrontare una questione capitale che fra non molto andrà a investire e ridisegnare gli scenari lavorativi con una rivoluzione di portata globale. I software di ultima generazione, infatti, stanno puntando a quella frangia di lavori creativi che parevano intoccabili e appannaggio esclusivamente di persone in carne ed ossa. Un romanzo fantascientifico, in Giappone, si è guadagnato un premio all’interno di un concorso letterario, fin qui sembra tutto normale – direte voi – il punto è che si trattava di un ibrido scritto insieme a un software.
Mai come nell’ultimo periodo si assiste a un fiorire di trattati sociologici, psicologici, economici (e chi più ne ha ne metta) inerenti questa rivoluzione alle porte in atto. In questo scenario che riecheggia l’eterno tenzone tra apocalittici e integrati sono davvero molte le voci degli scettici che si levano contro la piega – pressoché incontrovertibile, mettiamocelo in testa – che il mondo del lavoro prenderà nel giro di massimo un secolo. Saremo le generazioni di transizione, quelle ibride, che condivideranno le proprie mansioni lavorative con dei robot che – pian piano – vanteranno un’intelligenza artificiale pressoché speculare a quella umana, macchine di una complessità al momento inimmaginabile. Non tutti, però, sguazzano in un pessimismo cosmico: l’uomo dovrà riposizionare totalmente le proprie priorità, utilità e il proprio tempo: ma non è affatto implicito che la sua condizione peggiorerà. Ci vorranno intelligenza e capacità di pensiero trasversale e creativo, al fine di reinventarsi, ma in fondo è proprio questa una delle eterne sfide dell’evoluzione. E se proprio la nostalgia delle 8 ore in ufficio alla scrivania, attaccati allo schermo del pc, vi dovesse assalire questa applicazione vi riporterà indietro.