Che cosa cambia per chi perde il lavoro nel 2017? La prima importante novità da conoscere riguarda lo smantellamento dell’indennità di mobilità: come molti di voi già sapranno, dal 1° gennaio 2017 il sussidio spettante ai lavoratori interessati dai licenziamenti collettivi è stato abolito e sostituito in toto dalla Naspi, ovvero dall’ordinario assegno di disoccupazione.
In altre parole, dal 31 dicembre 2016 i lavoratori licenziati dalle aziende con un organico superiore ai 15 dipendenti (e tutti quelli appartenenti alle categorie riportate nell’informativa ufficiale Inps) non potranno più essere collocati in mobilità ordinaria e quindi usufruire dell’indennità di mobilità, il cui importo era pari a:
- 100% del trattamento di cassa integrazione straordinaria percepito, nei limiti di un importo massimo mensile, nei primi 12 mesi;
- per i periodi successivi: 80% del suddetto importo.
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L’importo della Naspi – come spiegato nella nostra guida dettagliata – è diverso e precisamente pari al 75% dello stipendio medio percepito negli ultimi 4 anni, con un tetto che per legge non può oltrepassare i 1.300 euro al mese e una riduzione del 3% a partire dall’inizio del 4° mese di erogazione.
Cambia qualcosa anche per chi è riuscito a ottenere l’indennità di mobilità nel 2016? No: anche se la misura è stata abolita, chi è riuscito a rientrare nei beneficiari nel 2017 può continuarla a percepire nel corso di quest’anno e comunque entro il termine autorizzato. Per quanto riguarda calcolo dell’importo e durata, fate riferimento all’informativa dettagliata sul portale ufficiale dell’Inps.
In apertura: foto OTheFool/Pixabay.com