Non si sarebbe trattato di un delitto d’impeto. L’omicidio di Isabella Noventa sarebbe stato premeditato fin nei minimi dettagli, così pure il piano di depistaggio messo in atto con troppa prontezza e organizzazione perché oggi, con tutta una serie di indizi schiaccianti, lo si possa considerare frutto della improvvisazione e della fretta.
I fratelli Sorgato e Manuela Cacco avrebbero agito lucidamente, in stretto e complice accordo, prima, durante e dopo l’efferato omicidio della segretaria di Albignasego, prodigandosi affinché i parenti della vittima, l’opinione pubblica, ma soprattutto gli inquirenti, pensassero che il suo fosse stato un allontanamento volontario.
Ciò è confermato dal capo d’accusa che grava sul trio diabolico, anche a fronte delle rivelazioni della Cacco: nonostante la tabaccaia abbia attribuito l’esecuzione materiale del delitto a Debora Sorgato, e le sue parole siano state reputate attendibili dagli inquirenti, infatti, l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere resta ferma anche per lei, oltre che per Debora e Freddy Sorgato.