
“Il Consolato generale a Melbourne, in raccordo con l’unita di crisi della Farnesina, ha seguito il caso”, commentano fonti del ministero degli Esteri riferendosi all’attentato di ieri a Melbourne, che confermano le origini italiane della vittima dell’attacco terroristico di matrice islamica. A morire anche l’attentatore, ucciso dalla polizia. Sisto Malaspina era comproprietario insieme al suo socio Nino Pangrazio di un noto bar sulla Bourke Stree, il Pellegrini’s Bar, acquistato nel 1974. Si trattava infatti di un cittadino australiano naturalizzato.
Ieri pomeriggio, ora locale, Hassan Khalif Shire All ha guidato un 4×4 carico di bombole di gas fino al quartiere degli affari, giunto lì ha dato fuoco al veicolo e ha cominciato ad attaccare i passanti con un coltello. La polizia lo ha arrestato dopo averlo ferito a colpi di arma da fuoco. E’ morto in ospedale. L’attacco poco dopo è stato rivendicato dallo Stato Islamico tramite la sua agenzia di propaganda Amaq. “L’autore dell’operazione a Melbourne era un combattente dello Stato islamico e ha portato a termine l’operazione per prendere di mira cittadini della coalizione” anti Isis guidata dagli Stati Uniti, recitava così il messaggio.
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‘We will love you forever’: Pellegrini’s restaurateur killed in Bourke St attack – ABC News https://t.co/IhW7xmJ7im
— Russell Crowe (@russellcrowe) 10 novembre 2018
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