Iva Zanicchi, l’aquila di Ligonchio, ha rilasciato un’intervista al programma radiofonico Un giorno da pecora, condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. La cantante 79enne, tra le interpreti più popolari della musica leggera (non a caso Alighiero Noschese l’ha definita “il pollice della canzone italiana”) si è sbottonata sul prossimo Festival di Sanremo. A destare parecchio scalpore però anche alcune sue dichiarazioni sulla Resistenza…
Iva Zanicchi: «Non andrò al Festival di Sanremo, un dirigente è contro di me!»
«Non andrò al Festival, un dirigente ha giurato che piuttosto che avermi all’Ariston si dovrà passare sul suo cadavere!», ha detto ai microfoni di Radio 1 Iva Zanicchi, che non ha voluto svelare il nome del dirigente in questione. Un’assenza pesante? L’ultima sua partecipazione risale al 2009, quando si presentò con il brano Ti voglio senza amore, che fu preso di mira dal super ospite di quell’edizione, Roberto Benigni. «Lui fu carinissimo poi con me e la mia famiglia, si scusò molto!», ha spiegato Iva Zanicchi, che per ben tre volte ha trionfato al Festival della canzone italiana: nel 1967 con Non pensare a me cantata da Claudio Villa; nel 1969 con Zingara, interpretata in coppia con Bobby Solo e infine nel 1974 con Ciao cara come stai?.
«Potrebbe tornare il fascismo? Il comunismo non è mai andato via…»
Considerazioni forti quando si è passati a parlare di politica. «Potrebbe tornare il fascismo? Il comunismo non è mai andato via…», ha detto Iva Zanicchi, che ha spiegato: «Ho detto e ribadisco che la Resistenza ha avuto un gran valore. Ho raccontato che in un tratto dell’appennino tosco-emiliano c’era un bastardo uscito dalle galere di Modena con altri delinquenti come lui e ne ha combinate di cotte e di crude. Era partigiano ma era un delinquente, questo non toglie nulla alla Resistenza!». E su quegli anni tremendi la cantante ha detto: «Io avevo 4-5 anni, sono stata messa al muro… Loro sparavano sul plotone tedesco che si ritirava e poi se la sono data a gambe, lasciando il paese in balia di queste belve tedesche. Non ci hanno fucilato…».