L’Italia dei Valori non esiste più. O meglio, da non domani potrebbe non esistere più come gruppo parlamentare autonomo. Se infatti, dopo le dimissioni odierne dalla carica di capogruppo, Massimo Donadi dovesse abbandonare il gruppo Idv alla Camera, il numero dei componenti dello stesso scenderebbe sotto i 20, decretandone la “morte”.
Ho annunciato al presidente #Fini le mie #dimissioni da capogruppo #Idv
— massimo donadi (@massimodonadi) Novembre 5, 2012
L’ennesimo schiaffo per Antonio Di Pietro, da giorni sulla graticola per l’inchiesta giornalistica realizzata da Report sui suoi affari personali nel partito. Inchiesta che ha scatenato la tempesta all’interno dell’Italia dei Valori, nonostante i tentativi del leader di ridimensionare quanto emerso a pure supposizioni giornalistiche.
Le “uscite” di Donadi (guardate il “tweet” del 1° novembre qui sotto), che evidentemente cerca di smarcarsi da un Di Pietro in declino, hanno causato la reazione dei deputati fedeli all’ex pm portando infine alle dimissioni del capogruppo a causa di una linea giudicata “del tutto personale”.
Sciogliere Idv? Mai!! Chi non ci crede più se ne vada! E a chi vuole aiutare grillo o invocare sterili radicalismi diciamo buona fortuna
— massimo donadi (@massimodonadi) Novembre 1, 2012
Alla fine ad andarsene è proprio lui, Donadi, che forse pensava di avere un seguito maggiore all’interno del partito. I deputati Idv fedeli a Di Pietro hanno tentato in queste ore anche la strada della “deroga”, che potrebbe salvare il gruppo alla Camera e di fatto l’agibilità parlamentare del partito, dato che anche al Senato l’Idv dispone di soli 3 senatori iscritti al Gruppo Misto. Tuttavia nulla al momento lascia presagire che questa eventualità possa verificarsi: l’ultimo precedente è relativo ai “Responsabili” che sostennero Berlusconi al momento della rottura con Fini e la nascita di FLI, ai quali fu negata la possibilità di costituire un gruppo alla Camera, non disponendo dei 20 deputati necessari.