In fotografia come in qualsiasi altro campo artistico esistono mode e stili che si influenzano e modificano reciprocamente. Oggi vorrei soffermarmi sulla Neotopografia, uno stile che negli anni ’70 ha avvicinato diversi fotografi diventando successivamente una moda attualmente non del tutto tramontata che continua di influenzare moltissimi tra fotografi di professione e fotoamatori.
Questo stile, assimilabile a quello della Nuova Oggettività, ha il suo centro di interesse nel paesaggio urbano e nel territorio arbitrariamente modificato dall’essere umano. Il modo di rappresentazione di questo ambiente è scientifico ed oggettivo senza fronzoli e senza nessuna apertura a forme di ricerca di tipo sentimentale o espressionistico. I Neotopografi non creano immagini per esprimere opinioni, a loro interessa esclusivamente la realtà del dato visivo da riprodurre in fotografia nel modo più oggettivo possibile. Le immagini dei Neotopografi sono estremamente asettiche all’apparenza semplici e scarne, caratterizzate da una tecnica di esecuzione sopraffina e da una cura maniacale per la composizione.
A segnare il successo e la diffusione a livello internazionale di questo stile, nel quale si rispecchiarono tra gli altri fotografi del calibro di Robert Adams, Stephen Shore, i coniugi Becher, Lewis Baltz, e molti altri fu la mostra “Nuova topografia: fotografia del paesaggio modificato dall’uomo” organizzata a New York nel 1975 da William Jenkins, dove furono esposte opere dei sopraccitati fotografi e di molti altri ancora.