Cosa c’entra l’agopuntura dal dentista? A qualcuno potrebbe venire in mente di associare la puntura dell’anestesia alla suddetta pratica orientale.
Invece, l’agopuntura sembra calmare l’ansia e, di più, quelle fastidiosissime sensazioni di strozzamento e di rigetto che vengono a tante persone, quando il dentista si spinge, con gli strumenti, un po’ più all’interno della bocca del paziente, o quando prende le impronte dentali.
A scoprirlo sono stati alcuni ricercatori della Sezione di Ortodonzia dell’Università di Palermo, dopo aver condotto un esperimento su 20 pazienti di età compresa tra i 19 e gli 80 anni, tutti fortemente ansiosi nei confronti del dentista e con una facile reazione al rigetto, in presenza di corpi estranei nella bocca. Ai volontari sono state prese le impronte dentali una prima volta, senza l’uso dell’agopuntura. Successivamente, è stata presa una seconda impronta, questa volta, però, sottoponendo i pazienti ad agopuntura, sia prima sia durante la loro permanenza sulla poltrona dentistica.
Misurando (in una scala da 0 a 10) il livello di ansia e di rigetto dei pazienti, è emerso che nei primi, il valore in media era pari al 7, mentre nei secondi, quelli cioè trattati con l’agopuntura, il livello era addirittura pari ad 1.
“È molto comune la sensazione di rigetto in chi deve prendere le impronte – ha spiegato la responsabile della ricerca, Giuseppa Bilello – procedura obbligatoria per qualsiasi intervento. Il fastidio è naturale perché si agisce in un’area riccamente innervata. Con l’agopuntura la sensazione sparisce del tutto in molti casi, in altri si riduce notevolmente e si può tranquillamente operare“.
“Si tratta di una ricerca preliminare – sottolinea, però, la ricercatrice – che attesta come l’agopuntura può risultare utile nel prevenire e nel trattare i casi difficili e merita un ulteriore approfondimento.” Ma il team di ricerca di Palermo ha anche sperimentato la tecnica della digitopressione per combattere l’ansia sulla poltrona dentistica, ed anche questa ha prodotto ottimi risultati. ” Si effettua – conclude la Bilello – su alcuni punti del corpo che variano da soggetto a soggetto, non comporta alcun rischio ed evita l’assunzione di farmaci“.