L’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi è stata arrestata dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano nell’ambito dell’operazione “Mensa dei Poveri”. Le accuse – a vario titolo – riguardano corruzione, finanziamento illecito e truffa. Con lei anche l’ad dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, e il dg di Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale. Arresti domiciliari per i primi due, detenzione in carcere per quest’ultimo.
L’ordinanza, firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, è il frutto di un’operazione facente parte della maxi indagine che il 7 maggio 2019 portò a 43 misure cautelari. Tra gli indagati l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, il consigliere lombardo Fabio Altitonante e l’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella. Le dichiarazioni di Caianiello, presunto «burattinaio» del sistema e interrogato più volte nei mesi scorsi, hanno confermato il quadro accusatorio emerso dai primi racconti di imprenditori e indagati in Procura dopo il blitz.
Lara Comi arrestata, l’ex europarlamentare agli arresti domiciliari
L’ex europarlamentare Laura Comi dovrà rispondere di tre vicende. In primis due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure, in provincia di Savona, da parte di Afol e – nello specifico – dal dg Zingale, «dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale», come riportato negli stessi atti depositati al tempo. In secondo luogo, l’esponente di Forza Italia è accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31 mila euro dall’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento sarebbe stato effettuato in vista delle ultime elezioni europee per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web dal titolo «Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè».
Truffa aggravata al Parlamento tra i capi d’accusa
La terza vicenda, che implica Lara Comi in una truffa aggravata al Parlamento europeo, vede coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti, collaboratore dell’ex eurodeputata come addetto stampa, con compenso di mille euro al mese rimborsati dall’Europarlamento. Ascoltato dai pm, Aliverti ha dichiarato di aver ricevuto un aumento a tremila euro, con l’obbligo di restituirne duemila a Forza Italia per pagare le spese della sede che la Comi non pagava. Riguardo Orrigoni, invece, avrebbe versato l’anticipo di 50 mila euro di una presunta tangente, mascherata sotto forma di incarico a uno studio di ingegneristica, per ottenere la variante di destinazione d’uso di un terreno a Gallarate su cui aprire un nuovo punto vendita Tigros.
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