Le categorie di lavoratori che svolgono attività gravose che possono chiedere l’accesso all’Ape sociale sono state definite già diversi mesi fa, dopo la prima stagione di confronti tra Governo e sindacati. Nell’attesa che vengano adottati i decreti attuativi dell’Ape sociale e delle Quota 41 si fa strada la speranza che possano essere adottate delle modifiche per allargare le maglie dei requisiti e ridefinire le platee. Le undici categorie individuate dal legislatore al momento sono:
> operai edili e dell’industria estrattiva
> maestre di asilo o asilo nido
> conciatori di pelli
> autisti di mezzi pesanti
> gruisti e conduttori di mezzi da cantiere
> macchinisti ferro tranvieri
> operatori ecologici e addetti ai rifiuti
> facchini
> addetti alle pulizie.
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Gli addetti alle mansioni gravose che abbiano 63 anni di età, 36 di contributi, devono avere svolto da almeno 6 anni in via continuativa uno dei lavori sopra indicati per poter usufruire della misura dell’Ape sociale. L’incertezza verte ancora sulle modalità di certificazione dell’attività e sul periodo effettivo che deve essere considerato, in quanto i sindacati hanno chiesto di rendere più flessibili requisiti e procedure.
Vale la pena ricordare inoltre che dell’Ape sociale potranno beneficiarne anche altre categorie di lavoratori come i lavoratori in stato di disoccupazione e che non percepiscono più da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione, chi assiste al momento della presentazione dell’istanza da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap di particolare gravità; chi ha una diminuzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74 per cento. In tutte queste ipotesi comunque sono necessari i requisiti dei 63 anni di età e 30 di contributi.