Su 367mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese, 58mila sono riservate ai laureati, 160mila ai diplomati, entrambi in crescita. Le facoltà più ricercate dal mondo del lavoro sono: Medicina, ingegneria ed economia. Prima tra tutte però è la laurea di economia: 17.040 assunzioni, il 29,2% di tutti i laureati cercati dalle imprese, al secondo posto troviamo i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione: 7.600 assunzioni, il 13% di quelle con laurea, mentre chi ha terminato un percorso di studi sanitari e paramedici il numero è di: 4.790, pari all’8,2%.
Di pari passo, nonostante la stagnante crisi finanziaria che ha investito a pieno i giovani e le donne, viaggiano i diplomati, l’indirizzo di studi più ricercato in assoluto è quello delle discipline amministrative e commerciali: 37.640 assunzioni, il 23,6% di quelle per cui serve un diploma, a seguire quelli che hanno studiato l’indirizzo meccanico: 14.890, il 9,3 e da quello turistico-alberghiero: 10.870 le entrate, pari al 6,8% dei posti disponibili ai possessori di un titolo di studi secondario e post-secondario.
Il commento del presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello: “In questi anni, l’Italia è rimasta competitiva grazie alla qualità che sa produrre e alla capacità delle sue imprese più dinamiche di esportarla sui mercati mondiali. Per queste, la sfida si gioca al rialzo e dunque crescono i fabbisogni di personale altamente qualificato e già preparato ad essere operativo in azienda. Chi invece non riesce o non può agganciarsi ai percorsi della globalizzazione, perché il suo orizzonte è il mercato interno, si vede costretto a ridurre gli investimenti su nuove risorse umane. È un ulteriore segnale che, se non si fa uno sforzo straordinario per rilanciare la domanda interna, si rischia di impoverire il capitale più prezioso di milioni di piccole e piccolissime imprese, che è dato dalle persone che ci lavorano“.