L’artista fiammingo Hieronymus Bosch iniziò la propria formazione presso la bottega di famiglia e nonostante svolse tutta la sua attività nella città natale, appartata rispetto ai maggiori centri artistici dei Paesi Bassi, riuscì ad emergere potentemente nella storia nell’arte. La sua produzione artistica infatti approdò verso il 1500 a una forza espressiva sbalorditiva: Bosch si dedicò quasi completamente a quadri di soggetto allegorico, rimanendo in un certo senso “insensibile” all’influenza degli artisti e delle correnti artistiche a lui contemporanee.
Tutto questo è certamente ben visibile in uno dei suoi massimi capolavori, Il Giardino delle Delizie. L’opera realizzata nel 1500 è in realtà un trittico, un insieme quindi di più tavole. Una volta aperto si svelano i tre pannelli interni, due scene di paesaggio dedicate al paradiso terrestre e una all’inferno. I due pannelli laterali, una volta chiusi, mostrano invece la creazione del mondo, fungendo quindi da introduzione alle scene dipinte all’interno. Nel contesto teologico dell’epoca la sola relazione possibile tra paradiso terrestre e inferno non poteva essere che il peccato: le misteriose scene raffigurate quindi nella tavola centrale sono un’illustrazione del peccato e della lussuria. Nella tavola di sinistra, Il paradiso terrestre, Bosch presenta in una natura abitata da animali esotici, la creazione divina di Eva davanti ad Adamo. Dietro di loro è collocata la fonte della vita, un’esile struttura fatta di elementi minerali e vegetali, che versa le sue acque in uno stagno in cui sguazzano animali casti e puri, come cigni, ma anche rospi ripugnanti: tutto quello che viene creato subito si corrompe. Nella tavola centrale, Il Giardino delle Delizie, Bosch presenta in realtà una moltitudine di scene. E’ qui che l’uomo si abbandona ai piaceri dei sensi e quindi ecco comparire, in uno straordinario paesaggio immaginario, donne e uomini nudi, ritratti in coppia o in gruppi, animali e creature fantastiche.
Molti i riferimenti allegorici e simbolici, come per esempio gli strani personaggi intenti a raccogliere fragole e corbezzoli, che simboleggiano i piaceri della carne; la fontana al centro del pannello in cui si bagnano giovani donne, che sembra rappresentare la mitica fonte dell’eterna giovinezza; e ancora nella parte superiore, gli uomini nudi che cavalcano asini, cavalli, cammelli e altri animali, che indicano in realtà l’umanità trascinata dai vizi. La tavola di destra è dedicata all’Inferno, luogo dell’espiazione dei peccati degli uomini. Bosch qui presenta una serie impressionante di torture che ben riflettono le diffuse pene corporali inflitte dalla giustizia dell’epoca. La scena è stata definita anche “inferno musicale” poiché alcuni strumenti, solitamente associati ai piaceri dei sensi, diventano qui oggetti per feroci punizioni, come per esempio l’arpa che tiene un uomo crocifisso alle sue corde!
E’ questa l’opera in cui Bosch raggiunge il vertice delle sue capacità espressive, utilizzando numerose fonti figurative e letterarie, introducendo però anche elementi simbolici ambigui, attraverso i quali attua una denuncia della follia del mondo che correva verso la rovina e la perdizione. Il mondo di Bosch era infatti popolato di immagini diaboliche e metamorfosi mostruose che però non turbarono il cattolicissimo Filippo II, che acquistò l’opera nel 1591 per il Palazzo dell’Escorial, perché probabilmente rappresentava per lui una satira dipinta dei peccati e dei deliri degli uomini.
Info Pratiche
Museo Nazionale del Prado – Paseo del Prado, Madrid
Orari di apertura:
– Dal Lunedì al Sabato: 10:00 – 20:00
– Domenica e Festivi: 10:00 – 19:00
Chiusure: 25 Dicembre; 1 Gennaio; 1 Maggio
Biglietti: intero € 15; ridotto € 7.50
Sito Internet: https://www.museodelprado.es/en
Rubrica a cura de “L’Asino d’Oro”. Foto tratte da Wikipedia.