Le Iene durante la puntata di ieri, 15 ottobre 2019, si sono occupate dell’Alzheimer. Giulio Golia ha intervistato delle persone affette da questa malattia e con un lungo video ha cercato di spiegare che cosa sia e soprattutto come può essere affrontata. Stare accanto ad un malato di Alzheimer, il quale in alcuni momenti non riesce a connettersi con la realtà e il presente, non è affatto facile. Ci vuole molta pazienza e soprattutto umanità per entrare nel loro mondo e cercare di fargli così vivere una vita normale. La iena ha raccontato la storia di molte persone, ma soprattutto quella di Paolo di 47 anni, che ha l’Alzheimer precoce.
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Le Iene e il servizio sull’Alzheimer
La Iena Giulio Golia si è regata all’Alzheimer Fest per parlare di questa malattia. Una malattia con la quale moltissime persone si confrontano ogni giorno. La neuropsicologa e coordinatrice ISRAA, Silvia Vettor, nel video de Le Iene, ha dichiarato: «Il filo che collega il cervello all’occhio non riesce a funzionare bene. La persona vede bene, ma il senso di quello che vede è come se venisse distorto». Dunque si perde il contatto con il reale e così oltre a dimenticarsi le parole a volte si perde anche il loro significato. Questa malattia è molto diffusa e la Vettor ha spigato che: «Una persona su tre oltre gli 85 anni ha un decadimento di tipo cognitivo». Purtroppo per l’Alzheimer non vi è una cura specifica e così: «Si dovrebbe investire sulla cultura per capire che è solo un modo di invecchiare e che lo si può fare nonostante tutto dignitosamente».
La storia di Paolo
L’Alzheimer purtroppo è una malattia che coinvolge le persone anche molto giovani. Paolo ha solo 47 anni e già deve affrontare tutti i problemi legati a questa patologia. Paolo ha dichiarato a Giulio Golia de Le Iene: «Mi sento sempre fuori dal normale». Dunque un senso di smarrimento costante con cui convivere. L’uomo per fortuna non è solo. Sua moglie e i suoi due figli di 6 e 10 anni sono la sua ancora di salvezza. La moglie ha dichiarato: «Paolo è il mio terzo figlio e ha bisogno di più cura di loro. È una malattia che logora sia chi ce l’ha sia chi vi è attorno». I ricordi si confondono, il presente si accavalla al passato e non sempre è facile gestire la cosa, ma pazienza e amore possono rendere la vita di queste persone migliore.
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