Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Isee (indicatore della situazione economica), che sarà incentrato su un maggior peso alla casa e al patrimonio per formulare le stime del reddito delle famiglie. Nel decreto si fa inoltre riferimento a maggiori controlli, e solo una parte dei dati sarà autocertificata, mentre i dati fiscali più importanti come il reddito complessivo e quelli relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno compilati direttamente dalla pubblica amministrazione.
Un intervento di impellente necessità, non casualmente successivo agli scandali verificatisi di recente negli Atenei della Capitale, quando in seguito a controlli mirati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Roma è emerso che oltre il 62% delle posizioni degli studenti universitari sono sospette e falsificate. Irregolarità che permettevano, fino a qualche giorno fa, ai falsi poveri di usufruire di sovvenzioni e benefici pubblici ai danni della Regione.
Così, Letta: “Abbiamo visto lo scandalo di chi andava all’università in Ferrari, vicende che feriscono i tanti che hanno bisogno dei servizi del welfare.” La riforma prevede un aumento dell’importo massimo dei costi dell’affitto – che si può portare in detrazione del reddito ai fini del calcolo dell’Isee (indicatore della situazione economica) – da 5.165 a 7.000 euro, con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. Un intervento invasivo nei confronti del sistema Isee vigente finora, basato sulle auto-certificazioni che hanno portato ad una sistematica sottovalutazione dichiarata sia del reddito che del patrimonio. Tant’è che il documento allegato al decreto di riforma Isee denuncia una realtà imbarazzante: l’80% dei nuclei familiari in riferimento al patrimonio mobiliare dichiara di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, un dato che stride con quelli pubblicati dalla Banca d’Italia. E il ministro del Lavoro Enrico Giovannini assicura: “Con la riforma intendiamo disporre di uno strumento più corretto per valutare le condizioni relative tra famiglie con diverse possibilità economiche, ma anche restringere gli spazi all’evasione, ricordando che ogni presunta furberia toglie un’opportunità a coloro che ne hanno diritto”.