Liliana Segre, senatrice a vita italiana, superstite dell’Olocausto, continua a farsi testimone della Shoah italiana che lei ha vissuto sulla propria pelle quando era poco più che una bambina. L’89enne milanese va di scuola in scuola per raccontare agli studenti una delle pagine più dolorose del Novecento, affinché ragazzi e ragazze possano far memoria di quanto accaduto, perché questo non sia mai più. E la storia serve proprio ad imparare dagli errori passati: il ricordo della follia nazista deve restare vivo nella mente dei giovani.
Liliana Segre ai giovani: «Le parole di odio di oggi mi fanno tornare indietro, ma l’antidoto è l’amore!»
Liliana Segre ha partecipato al dibattito organizzato al Festival delle città di Roma da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali (Autonomie Locali Italiane). La donna, nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 19 gennaio del 2018, ha detto rivolgendosi ai tanti presenti: «C’è un solo antidoto all’odio, che è l’amore. Le parole di odio che si sentono oggi mi fanno tornare indietro, le frasi per cercare un capro espiatorio, le offese. Lo stile è diverso ma la sostanza è la stessa. Ho vissuto sulla mia pelle il fatto che si passa dalle parole ai fatti!» – ha spiegato Liliana Segre – «Ho attraversato l’epopea dell’odio, io bambina di 8 anni diventai reiettam nessuno mi guardava più, fui espulsa da scuola e venivo segnata a vita ma mi sentivo uguale alle mie compagne. A 13-14 anni ero un’adolescente sola in un mondo nemico, ma so quanto ci si sente forti. Siamo fortissimi, soprattutto nell’adolescenza, voi siete forti!».
«Diamo fiducia a questo governo, io l’ho fatto, e ha appena cominciato!», poi le parole sul progetto Ius Culturae
La stessa senatrice ha poi proseguito: «Durante il fascismo il popolo italiano era contento di essere fascista. Solo Matteotti e pochi eroi fecero una scelta. È così in tutte le società, è più facile, però le scelte di pace e libertà sono decisive. Dobbiamo stupirci del male altrui, non ci deve mai abbandonare!», ha concluso la senatrice a vita. A margine dell’evento la Segre si è espressa anche sull’idea dello “Ius Culturae”: «Bisogna farlo bene, però. Perché un progetto che non sia perfetto potrebbe essere esposto a facili critiche!». Sull’impegno del Conte bis la 89enne si è detta ottimista: «Diamo fiducia a questo governo, io l’ho fatto, e ha appena cominciato!».