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LinkedIn, il Social Sottovalutato

22/12/2012 09:25 - Aggiornamento 26/06/2013 12:21

Le sue potenzialità, d’altronde, sono visibili ad occhio nudo: pagina personale che a tutti gli effetti è un profilo professionale – con tanto di curriculum vitae, referenze e percorsi di studi, massima interazione tra gli utenti, invidiabile posizionamento nei risultati di ricerca e motore interno perfettamente funzionante.

lavoro su linkedinCercare un’azienda, trovare i suoi dipendenti, sbirciare nel suo quadro direttivo e addirittura entrare in contatto con uno specifico impiegato non è più un miraggio. Due ovviamente le condizioni: avere un account attivo su LinkedIn e sperare che ce l’abbia anche la persona che stiamo cercando. Un “rischio”, quest’ultimo, che all’estero (ed in particolare in Paesi come  la Germania, la Francia o il Regno Unito, per non parlare degli Stati Uniti) è vicino allo zero.

All’estero è molto utilizzato sia per la ricerca che per l’offerta di lavoro. Vanno su LinkedIn i neolaureati o i professionisti che possono liberamente entrare in contatto con HR Manager, responsabili del personale o recruiter di aziende e società di selezione. E si collegano – sull’altra sponda – anche gli stessi “cacciatori di teste“, selezionatori e specialisti delle risorse umane per individuare il candidato ideale, spulciando tra centinaia e centinaia di curriculum online (pubblici e facilmente raggiungibili, a volte visibili anche da chi non è iscritto a LinkedIn).

Provate, invece, ad effettuare una ricerca in Italia, ne vedrete delle belle, con numerose società di primissimo livello (anche multinazionali) del tutto assenti su LinkedIn o con un profilo aziendale (pubblico e ben indicizzato sui motori di ricerca) che lascia a dir poco a desiderare. Con un chiaro ritorno – ovviamente negativo – dal punto di vista dell’immagine.

Ma i vantaggi di utilizzare una piattaforma articolata e ben strutturata come LinkedIn sono innumerevoli: dalla possibilità di cercare profili per azienda, per studi o per professione alla presenza di numerosi gruppi professionali, dall’occasione di entrare in contatto con “guru” del proprio settore all’opportunità di inviare messaggi (talvolta sottoscrivendo un abbonamento) anche a profili non presenti tra i nostri contatti. Che, a differenza di quanto accade su Facebook, sono realmente dei contatti e non degli amici. In tutti i sensi.