Apre i battenti domani, 30 ottobre, l’edizione 2014 del Lucca Comics ovvero il Festival internazionale del fumetto, del cinema d’animazione, dei games e dell’illustrazione. Se pensate che si tratti di un fenomeno di nicchia destinato a interessare esclusivamente un pubblico nerd siete assolutamente in errore: il Lucca Comics è ormai diventato un appuntamento imprescindibile per un numero vertiginoso di italiani e stranieri.
Il termine vertiginoso non è stato affatto scelto a caso, provate a fare un’indagine tra amici e conoscenti e avrete la prova di quanto vi stiamo dicendo; qualcuno del vostro raggio di frequentazioni starà preparando la valigia proprio ora alla volta del Festival. Pensate che la domanda non si limita a superare l’offerta bensì la fagocita, da circa una settimana è assolutamente impossibile trovare una qualunque sistemazione presso strutture alberghiere, ostelli e campeggi nel raggio di una cinquantina di km da Lucca.
A qualcuno verrebbe da dire la solita frase da bar “Alla faccia della crisi“. Forse la crisi c’entra eccome e alimenta la necessità di rifugiarsi nel mondo della fantasia esattamente come quando il miglior cinema si faceva a Berlino Est, che era povera e squallida da far venire la pelle d’oca. A prescindere dalle analisi sociologiche possibili impugniamo un dato concreto ben più interessante: le persone, per quelle che sono le loro passioni, macinano ancora chilometri e spendono ancora soldi, magari risparmiando per un paio di mesi per potersi concedere qualcosa che le rende felici. Questo è molto bello e, probabilmente, è l’unico motivo valido per sopravvivere: la passione. Che sia per i fumetti, per la musica, per il calcio, per la catalogazione di arbusti o anche per la sola visione di nugoli di cosplayer, citando qualcuno ben più poetico di chi scrive, al cospetto di un Paese in semi mobilitazione va proprio detto “Non sai che la passione, non ti fa sentir la fame“.