Non ha peli sulla lingua Andrea Barbacane, nipote di Lucio Battisti. In un’intervista su Chi questi ha criticato aspramente il programma di Raiuno dedicato a quel talento straordinario che è stato lo zio, poi si è soffermato sul suo libro uscito lo scorso 1 novembre dedicato al cantante, morto il 9 settembre del 1998 a Milano, dal titolo Il grande inganno (Quel gran genio di mio zio e quel che non è stato detto su Lucio Battisti), Edizioni DivinaFollia.
Lucio Battisti, il nipote: «Lo speciale di Rai 1? Come se mio zio fosse morto una seconda volta!»
«Lo speciale di Raiuno dedicato a mio zio Lucio Battisti è stato un disastro. È stato reso un servizio pessimo da cantanti come Ruggeri, Morgan, Arisa, che hanno fatto morire zio Lucio per la seconda volta. Mi stupisce che Mogol fosse presente e li abbia ringraziati. Rispetto a Dieci ragazze cantata da Ruggeri sono molto meglio le canzoni dello Zecchino d’Oro», ha dichiarato Andrea Barbacane, figlio di Albarita Battisti, sorella del grande cantautore. Nella stessa intervista al settimanale di Alfonso Signorini, Andrea Barbacane, ha parlato del libro appena pubblicato, Il grande inganno, volume nel quale svela aspetti finora sconosciuti della vita dello zio. «Provo a raccontare un Battisti inedito, smentendo una serie di leggende su di lui come quella che fosse fascista e finanziatore dell’Msi e che fosse tifoso della Lazio», ha dichiarato il nipote dell’artista.
«È un patrimonio di tutti e non è proprietà di nessuno, nemmeno dei famigliari»
Lo stesso Barbacane ha chiarito: «Il Battisti politico non è mai esistito perché zio Lucio non votava neanche, lasciava a casa di nonno le cartoline elettorali. Il Battisti laziale nasce dalla fantasia dei tifosi suffragata da nonno Alfiero: l’unica volta che zio Lucio andò allo stadio fu una domenica pomeriggio, quando accompagnò mio padre a vedere la partita che avrebbe decretato lo scudetto della Lazio: era curioso dell’evento, non era tifoso». Nel corso della chiacchierata il nipote si è mostrato poi favorevole alla caduta dell’obbligo che imponeva la diffusione delle canzoni dello zio, solo attraverso i vinili e le cassette, rendendo così disponibile il suo repertorio anche sulle piattaforme digitali. «Lucio Battisti è un patrimonio di tutti e non è proprietà di nessuno, nemmeno dei famigliari», ha affermato l’autore della biografia, che si sofferma non tanto sull’artista, quanto sull’uomo con i suoi pregi e difetti. Ne viene fuori un ritratto inedito che restituisce ai fan del cantante aneddoti, dettagli ed episodi mai svelati. Un modo per celebrare il cantautore, ma soprattuto per entrare in punta di piedi nel suo vissuto, così da coglierne meglio l’arte.