Nuove indiscrezioni sull’atroce sorte toccata ad Albano Crocco, infermiere 68enne in pensione ucciso a colpi di fucile e decapitato lo scorso 11 ottobre, mentre a piedi si addentrava nel bosco di Lumarzo, vicino Genova, per cercare funghi.
Dall’autopsia eseguita sul suo cadavere mutilato (la testa della vittima non è stata ancora ritrovata dagli inquirenti) la sconcertante conferma: quando Albano Crocco è stato decapitato, presumibilmente con un machete, era ancora in vita. L’esame autoptico avrebbe inoltre stabilito che l’esecutore dell’omicidio sarebbe stato un destrimano. La stessa persona che ha sparato al cercatore di funghi avrebbe poi anche impugnato la lama per decapitare la povera vittima che, viste le ferite riportate sulla mano destra, avrebbe cercato disperatamente di difendersi dal suo aggressore.
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Per questo atroce crimine è indagato, con l’accusa di omicidio volontario, il nipote del pensionato, Claudio Borgarelli, infermiere come lo zio. L’uomo è al momento a piede libero ma la sua abitazione sarebbe stata già perquisita due volte. Tra lui e la vittima vi sarebbero stati in passato diversi screzi in merito allo smaltimento di alcuni detriti nei rispettivi terreni confinanti.