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M5S news, Beppe Grillo oggi a Roma: è la vigilia di una svolta?

M5S news, sono ore convulse per i pentastellati alle prese con i mal di pancia dopo il voto al Senato sulla manovra 2020. Nuovi dissidenti, oltre a quelli noti, vanno ad incrinare ulteriormente la già fragile condizione del Movimento, già provato dalla recenti defezioni a Palazzo Madama. E per cercare di mettere, ancora una volta, una pezza alla traballante leadership di Luigi Di Maio, non bastano i “facilitatori” presentati solo qualche giorno fa. Oggi scende in campo di nuovo il fondatore del Movimento, Beppe Grillo.

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M5S news, Beppe Grillo tenta l’ultimo disperato salvataggio di Di Maio

Grillo è già arrivato a Roma in questi minuti, all’hotel Forum, l’albergo dove è solito alloggiare durante le sue trasferte capitoline. Alle 19, a quanto si apprende, sarà a Palazzo Madama per vedere i senatori, subito dopo potrebbe fare un salto alla Camera, dove alle 20.15 si riuniranno i deputati M5S. Che cosa farà il comico fondatore del M5S? Il suo appare da più parti come l’ultimo, disperato, tentativo di salvataggio della leadership di Luigi Di Maio. Il capo politico del Movimento non c’è, è in Libia per una delicatissima missione in veste di ministro degli Esteri. Quale occasione migliore, dunque, per Grillo di guardare dritto negli occhi i dissidenti e quelli pronti a seguirli abbandonando in gruppi parlamentari pentastellati?

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M5S news: è la vigilia di una svolta?

L’impressione è che siamo alla vigilia di una svolta decisiva per il Movimento 5 Stelle. E se se arrivasse adesso, prima della quasi certa debacle elettorale di gennaio, sarebbe come ammainare la vela giusto prima dell’esplosione della tempesta in mare. Ma cosa sta succedendo davvero dentro al Movimento? I fronti aperti sono più di uno. Prima di tutto, il forte malcontento verso la leadership di Di Maio, prima succube di Salvini nel primo governo Conte, dopo comunque incapace nell’esecutivo bis di dettare una linea allo stesso Conte, emancipatosi dai pentastellati e sostenuto in più circostanze più dal PD che non dai suoi primi sponsor politici.

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Poi c’è un fronte nettamente più incentrato sulle scelte politiche, sul programma. E’ quello “guidato” da Gianluigi Paragone, che continua a rilanciare e chiedere i provvedimenti promessi dal M5S sui temi più cari ai cittadini: banche e risparmio, consumi, diritto alla salute. E che ha individuato chiaramente chi è il responsabile della crisi del Movimento. «Perché dovete parlare di Di Maio come se fosse il capo politico del Movimento 5 stelle? Ce l’ha scritto solo sul biglietto da visita. Non ha più il potete del capo politico», ha detto Paragone in diretta tv ad Agorà. C’è infine il fronte “movimentista” dei pentastellati, che in questo momento vive nell’assenza del suo leader carismatico Alessandro Di Battista. Qui i mal di pancia sono più sull’evidente esaurimento della spinta del Movimento, appiattitosi anche nei modi e nelle parole sul modello dei “palazzi romani”. Sì, proprio quel Movimento che con i V-Day era nato come antagonista della politica dei palazzi e delle poltrone, proprio quella a cui sembra essersi ben abituato un folto numero di parlamentari, transfughi inclusi. Mal di pancia che vedono una speranza persino nel movimento delle “Sardine”, pur in questa prima fase nebulosa.

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Una diarchia per il futuro del Movimento

Cosa c’è all’orizzonte, dunque? Un cambio di leadership per il Movimento? Grillo oggi farà capire di aver dato a Di Maio un nuovo ultimatum: “o le cose cambiano o cambiamo te”. In sostanza l’attuale capo politico M5S ha la scadenza già fissata, al 26 gennaio 2019. Solo che fino a ieri era difficile immaginare il “dopo”, oggi, dopo l’incontro di Grillo con i parlamentari sarà più facile. Potrebbe esserci una diarchia nel futuro del Movimento, con una svolta radicale sul programma: subito un contratto di governo ma “niente fumo”, solo un elenco di provvedimenti da adottare con date e scadenze inderogabili. Pena, la fine dell’esperienza di governo ed elezioni anticipate dal disastroso esito.

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